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Caso Cucchi, chi è il carabiniere che ha parlato

11 ottobre 2018 | 17.30
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Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Originario di Brindisi, vicebrigadiere in servizio presso la stazione Appia dell'Arma all'epoca dell'arresto e della morte di Stefano Cucchi, Francesco Tedesco è il carabiniere che ha confessato quanto accaduto durante e dopo le fasi dell'arresto del geometra di 31 anni deceduto il 22 ottobre del 2009 all'ospedale Sandro Pertini di Roma, sei giorni dopo essere stato arrestato per possesso di droga dai carabinieri che, secondo la Procura, lo hanno massacrato di botte.

Nel processo bis, Tedesco è imputato assieme ad altri quattro carabinieri e oggi ha indicato come autori del pestaggio i colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, accusati assieme a lui di omicidio preterintenzionale e di abuso di autorità. Il nome di Tedesco era rimbalzato sul web nel 2016 quando la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, aveva pubblicato su Facebook una foto del carabiniere in costume da bagno. "Volevo farmi del male, volevo vedere le facce di coloro che si sono vantati di aver pestato mio fratello - aveva scritto Ilaria Cucchi nel post - di coloro che si sono divertiti a farlo. Le facce di coloro che lo hanno ucciso. Ora questa foto è stata tolta dalla pagina. Si vergogna? Fa bene". In breve tempo lo scatto era diventato virale e il carabiniere era stato sommerso da una valanga di insulti e minacciato di morte.

Oggi il pm Giovanni Musarò ha rivelato come il 20 giugno scorso Tedesco abbia presentato una denuncia in procura sul caso Cucchi, a seguito della quale, tra luglio e ottobre è stato sentito tre volte dai magistrati. Nel corso dell'interrogatorio reso il 18 luglio, Tedesco ha fornito la sua versione dei fatti. "Cucchi e Di Bernardo ricominciarono a discutere e iniziarono a insultarsi, per cui Di Bernardo si voltò e colpì Cucchi con un schiaffo violento in pieno volto - si legge nel verbale dell'interrogatorio -. Allora D'Alessandro diede un forte calcio a Cucchi con la punta del piede all'altezza dell'ano. Nel frattempo io mi ero alzato e avevo detto: 'Basta, finitela, che ca..o fate, non vi permettete'. Ma Di Bernardo proseguì nell'azione, spingendo con violenza Cucchi e provocandone una caduta in terra sul bacino, poi sbattè anche la testa. Fu un'azione combinata".

"Stefano Cucchi prima iniziò a perdere l'equilibrio per il calcio di Raffaele D'Alessandro, poi ci fu la violenta spinta di Alessio Di Bernardo, in senso contrario, che gli fece perdere l'equilibrio provocando una violenta caduta sul bacino - ha raccontato ancora Tedesco durante l'interrogatorio -. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di aver sentito il rumore. Nel frattempo mi alzai, spinsi Di Bernardo ma prima che potessi intervenire D'Alessandro colpì con un calcio in faccia (o in testa) Cucchi mentre era sdraiato in terra".

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