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Fonsai, Torino non competente: su Cimbri decide Milano

23 ottobre 2018 | 20.41
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Sarà Milano e non la procura di Torino a decidere se Carlo Cimbri, amministratore delegato di UnipolSai, andrà a processo per aggiotaggio nell'inchiesta che prova a ricostruire gli intrecci dietro alla fusione tra il gruppo assicurativo bolognese e l'ex galassia della famiglia Ligresti (Fondiaria Sai, Premafin e Milano Assicurazioni). E' quanto deciso dalla Procura generale presso la Cassazione dopo che il difensore di Cimbri, Ermenegildo Costabile, aveva sollevato la questione di competenza territoriale per il caso che, oltre a Cimbri, riguarda altre sei persone tra cui Pierluigi Stefanini, presidente del gruppo Unipol.

L'ipotesi accusatoria è che nel complesso matrimonio tra i due gruppi sarebbe stato falsato il valore di concambio a favore della compagnia bolognese. In particolare, i concambi sarebbero stati alterati con l'effetto di incidere sui rapporti di forza tra gli azionisti: per l'ipotesi accusatoria il valore del gruppo Unipol sarebbe risultato più alto alla luce di una valutazione troppo positiva degli immobili e dei prodotti strutturati in pancia alla società. Valori e informazioni diffusi attraverso la piattaforma Nis utilizzata da Borsa Italiana per divulgare le comunicazioni obbligatorie delle società quotate.

Per la Suprema Corte, l'orientamento ormai consolidato della giurisprudenza e le argomentazioni della dottrina "convergono unicamente" nel ritenere che il posto in cui si è commesso il presunto illecito "debba individuarsi a Milano, in quanto luogo dal quale la comunicazione fu diffusa al mercato diventando accessibile ad una cerchia indeterminata di soggetti, e quindi assumendo quella necessaria connotazione di concreto pericolo per gli investitori che il reato intende sanzionare", si evidenzia nel decreto di oltre venti pagine firmato dal sostituto procuratore generale Pasquale Firmiani.

"Sono particolarmente soddisfatto - commenta all'Adnkronos l'avvocato Costabile - perché è stato ristabilito il rispetto delle regole sulla competenza del giudice, presidio fondamentale a garanzia dell'indipendenza della magistratura".

Da sempre la competenza territoriale è stata protagonista nella fusione Unipol-Fonsai, la complessa indagine contesa dalle procure di Milano e Torino. Sul punto si era già espressa la procura generale della Cassazione: nel giugno 2014 la competenza territoriale era stata decisa a favore di Torino. Allora un altro sostituto procuratore generale non tenne conto che il reato più grave era la manipolazione di mercato, la cui pena è stata raddoppiata nel 2005, e sostenne che le false notizie al mercato fossero state veicolate con una email partita da Torino un minuto prima del Nis.

Oggi la decisione è opposta: dopo lo 'scippo' dell'indagine al pm Luigi Orsi e la consegna del fascicolo nelle mani del procuratore aggiunto Marco Gianoglio, ora la Procura generale della Suprema Corte, chiamata a esprimersi dal difensore di Cimbri, ritiene incompetente Torino e riconsegna al capoluogo lombardo la decisione sulla fusione Unipol-Fonsai. Sull'ad di Unipol deciderà dunque un giudice milanese, così come è già stato per Paolo Ligresti - l'appello del luglio scorso ha confermato l'assoluzione - che ha dimostrato come il comunicato stampa che sarebbe diventato la base per l'accusa di aggiotaggio e falso in bilancio era arrivato prima a Milano.

Sono stati invece condannati a Torino Salvatore Ligresti (scomparso nel maggio scorso) e la figlia Jonella dopo che lo stesso tribunale si è espresso sulla competenza territoriale. Nel processo d'appello, non è stata ancora fissata la data, la decisione odierna in Cassazione potrebbe avere un risvolto rilevante. Ancora diverso il destino giudiziario di Giulia Ligresti - nel 2013 ha patteggiato a 2 anni e 8 mesi -, tornata in carcere venerdì scorso dopo che il tribunale di sorveglianza di Torino ha rigettato la sua richiesta di messa in prova.

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