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Strage Erba, Castagna: "Rispettare vittime"

26 ottobre 2018 | 16.32
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Il processo che diventa spettacolo, divide il pubblico tra colpevolisti e non, ma spesso dimentica le vittime e il rispetto che si deve ai familiari. A 12 anni dalla strage di Erba neppure la verità giudiziara basta a fermare piste alternative, commenti offensivi sui social, ricostruzioni che con la verità hanno poco a che fare. E di fronte alla nuova inchiesta televisiva che tenta lo scoop, esplode la rabbia di chi ancora soffre e vive "in un incubo continuo". A raccontare una sofferenza ben viva sottopelle sono Pietro e Giuseppe Castagna che quell'11 dicembre 2006 hanno perso la madre Paola Galli, la sorella Raffaella e il nipotino Youssef di soli due anni, uccisi da Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi che stanno scontando l'ergastolo.

"La superficialità è meno faticosa del pensiero consapevole, ed essendo quindi più facile, trova spesso terreno fertile in persone incapaci di capire che qualcuno sta vendendo delle menzogne spacciandole per verità, manipolando, omettendo, ricucendo ad arte. Chi sfrutta questa debolezza solo per fare audience o per visibilità è un vigliacco", spiegano. La verità è stata stabilita da "tre gradi di giudizio davanti a 26 giudici", dopo "decine di periti e centinaia di ore di dibattito", non davanti ad una telecamera, in "dieci minuti di trasmissione tra uno stacchetto e l'altro", con quel "perverso meccanismo che deve 'vendere' menzogne tanto torbide che insinuano, tanto vigliacche che d'ora in poi non lasceremo più impunite".

Il rischio è dimenticarsi "le vittime, persone e sentimenti, non un prodotto, non una nomination del Grande Fratello, non una discussione da bar, non un rigore mancato su un campo di calcio, ma delle persone, con una vita o quello che ne rimane di essa, e sopravvivere, da anni, a questo meccanismo non solo è difficile, ma profondamente ingiusto", dicono.

"Consentiteci di difendere la verità, che per noi è solo una, di essere indignati e increduli nel sentire gente che definisce i colpevoli come innocenti vittime di una giustizia sommaria e faziosa, 'questo gigante buono e questa gracile signora' hanno ucciso brutalmente nostra madre, nostra sorella, nostro nipotino, la signora Valeria (la vicina di casa morta, ndr), hanno tentato di uccidere il marito Mario Frigerio", concludono i fratelli Castagna che, da oggi, non sono più disposti a tacere di fronte alle bugie.

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