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Processo Raggi, l'ex capo gabinetto: "Una zarina"

09 novembre 2018 | 11.47
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Afp
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"Raffaele Marra non aveva nessuna delega, era formalmente il vice capo di gabinetto ma era il consigliere privilegiato del sindaco". Lo ha detto l'ex capo di gabinetto del Campidoglio Carla Romana Raineri, ascoltata in aula al processo alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, imputata per falso documentale in merito alla nomina di Renato Marra (fratello di Raffaele) alla direzione del dipartimento Turismo del Comune di Roma. Marra e Salvatore Romeo, il primo vice capo di gabinetto, il secondo capo della segreteria politica nell'agosto del 2016, "si comportavano in maniera autoreferenziale e arrogante, Marra almeno manteneva sempre un bon ton istituzionale, mentre Romeo era arrogante e maleducato".

"Stavano in tre in una stanza a porte chiuse e facevano riunioni inaccessibili a tutti se non all'allora vice sindaco Daniele Frongia - ha aggiunto - Marra aveva un fortissimo ascendente sulla sindaca". "Erano stati coniati vari epiteti per Marra, eminenza grigia, Richelieu, per sottolineare la debolezza della sindaca come quella della zarina ai tempi di Rasputin. Chiunque si fosse messo di traverso rispetto alle loro ambizioni faceva una brutta fine - ha sottolineato Raineri - Penso a me, quando dissi che intendevo sostituire Marra con un generale dei Carabinieri nel ruolo di vice capo di gabinetto da lì a poco la sindaca si fece venire dubbi sulla mia nomina".

"Trovai un gabinetto in cui le funzioni erano state di fatto espropriate e affidate a Raffaele Marra e Salvatore Romeo", ha aggiunto l'ex capo di gabinetto del Campidoglio, sostenendo che "Romeo aveva deleghe singolari ed eccentriche" e che "nel gabinetto che io dovevo dirigere non arrivavano notizie". "Ho cercato disperatamente di sollecitare la sindaca su temi critici, come i rifiuti e il riordino delle partecipate e sempre mi dicevano 'ne parli con Marra', con un sovvertimento delle gerarchie, perché lui era mio vice", ha continuato Raineri.

"In Campidoglio non avevo neanche una stanza - ha lamentato inoltre Raineri - la mia stanza era occupata da Romeo che con Marra, mio vice, occupavano tutto il primo piano di palazzo Senatorio". "Il giorno del terremoto ci fu una riunione ad hoc a cui io non fui convocata - ha continuato l'ex capo di gabinetto - La sindaca Raggi invece mi chiamò per chiedermi di istruire una pratica di autorizzazione per l'assessore alla cultura Luca Bergamo per andare al festival del cinema a Venezia. Lo stesso prefetto Basilone - ha aggiunto Raineri - mi chiamò una volta per lamentarsi della gestione del Campidoglio".

PM: "RAGGI HA MENTITO PER NON DIMETTERSI" - Secondo la procura di Roma, sulla nomina di Renato Marra la sindaca Virginia Raggi disse il falso perché con l'allora codice etico vigente del M5S, nel 2016, si sarebbe dovuta dimettere. Sarebbe questo il movente del reato ipotizzato dai pm. Il regolamento interno ai 5Stelle infatti, nella sua versione precedente prevedeva che bastasse essere indagati per doversi fare da parte, con l’ineleggibilità o se già eletti, con le dimissioni. Con questa motivazione, oggi il procuratore aggiunto, Paolo Ielo durante l’udienza del processo alla sindaca Raggi, ha chiesto l’acquisizione agli atti del vecchio codice etico del M5S.

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