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Il caso

"Bastardi bugiardi", odio social contro i giornalisti

12 novembre 2018 | 15.12
LETTURA: 3 minuti

(foto Adnkronos)
(foto Adnkronos)

Non la maggioranza, certo. Ma sulla scia delle pesanti affermazioni di Di Maio e Di Battista, una parte dei commentatori sa perfettamente da che parte stare: contro i giornalisti "sempre e comunque", perché "condannati dalle loro stesse menzogne", da "bravi bastardi e bugiardi". Nessuna pietà da parte loro per i "pennivendoli", insomma, che invece "meriterebbero la forca, altro che le carezze del Movimento" in quanto "infami", ma anche "servi del Pd". Gente che per qualcuno, evidentemente galvanizzato dal clima di ostilità montato dopo le dichiarazioni degli esponenti M5S, sarebbe addirittura da "abbattere" perché "schiavi del governo precedente" e "incapaci di dire la verità".

"Cattivi", tuona il più equilibrato fra i nuovi odiatori della categoria, mentre c'è chi si augura che l'intero comparto finisca "epurato dal taglio dei finanziamenti". "Luigi pensaci tu a farli sparire" chiedono al leader, che del resto ieri sera in tv - ospite proprio di un giornalista - ha rincarato la dose: "Assolutamente" nessun passo indietro sugli "infimi sciacalli", perché colpevoli di "un atteggiamento troppo corporativistico". E poco importa che il vicepremier stesso sia un iscritto dell'Ordine dei giornalisti campano. Di Maio agli insulti resta immune. Il suo compito? Per la rete che lo appoggia e appoggia Di Battista, uno solo: "Fai piazza pulita", "falli diventare disoccupati", "sbattili in mezzo alla strada", "prendili a calci in culo", insomma, per tornare "finalmente alla vera libertà di stampa che meritiamo". Senza giornali e cronisti, però.

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