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Il caso

Mondaino, paese chiuso per caccia al cinghiale

17 novembre 2018 | 16.06
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Un intero paese chiuso per coprifuoco. Il motivo? La caccia al cinghiale "resa necessaria per contrastare la presenza di grandi ungulati selvatici a ridosso del centro abitato". E' quanto sta accadendo oggi a Mondaino, nel riminese, dove il sindaco Matteo Gnaccolini ha disposto con un'ordinanza la chiusura di alcune strade e, addirittura, del plesso scolastico comunale fino alle 17 a causa della minaccia suina.

Nell'ordinanza n°16 del 14 novembre scorso, il primo cittadino ha infatti spiegato come - a causa della moltiplicazione dei cinghiali e degli avvistamenti fra il centro e le campagne limitrofe al paese- la cittadinanza non solo sia intimorita, ma si trovi anche in pericolo per via dell'aggressività degli ungolati. Che fare quindi? La risposta è una: paese blindato, scuola compresa perché i grossi suidi minaccerebbero anche la zona, e mano libera ai cacciatori, autorizzati a sparare per le strade di Mondaino alla ricerca del grufolante nemico da abbattere. A farlo, la Squadra di braccata "Solengo della Valconca", la cui disponibilità a risolvere il problema è stata inserita in ordinanza.

La decisione di Gnaccolini ha scatenato polemiche fra diversi gruppi di animalisti, fra cui Basta Delfinari, che sui social hanno invaso la pagina di Mondaino, criticando e attaccato l'ordinanza del sindaco a tal punto che il post con il testo è stato poi cancellato dagli admin Facebook dell'amministrazione cittadina. Ma gli animalisti non si fermano e promettono battaglia: pronta e già iniziata una 'mailstorm' contro il primo cittadino a poche ore dalla fine della battuta di caccia al cinghiale.

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