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Forte scossa a Rimini

18 novembre 2018 | 14.35
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(Xinhua)
(Xinhua)

Trema la terra in provincia di Rimini. Un terremoto di magnitudo 4.2 è stato registrato dall'Ingv 4 km a est di Santarcangelo di Romagna alle 13.48 ad una profondità di 43 km. In un primo momento la magnitudo provvisoria era stata stimata tra 4.2 e 4.6. La forte scossa è stata avvertita in tutta la Romagna e nelle Marche, numerose le telefonate arrivate al centralino dei Vigili del fuoco e tante le persone scese in strada.

Il Comune del riminese, spiegando che, a sopralluoghi effettuati, non risultano danni a cose e persone, ha fatto sapere in serata che domani le scuole saranno regolarmente aperte: "In seguito alla scossa di terremoto che ha interessato il territorio di Santarcangelo alle 13,48 di oggi - si legge in una nota - l’Amministrazione comunale si è attivata fin da subito con sopralluoghi negli edifici pubblici della città, a partire dai plessi scolastici. Nel corso del pomeriggio due squadre di tecnici hanno eseguito le verifiche senza rilevare danni e criticità e pertanto domani le scuole saranno regolarmente aperte. Al momento non sono state registrate, inoltre, segnalazioni relative a danni o lesioni a persone e proprietà private".

"Nella giornata di domani i sopralluoghi proseguiranno con le verifiche alle grotte tufacee - chiuse dal primo pomeriggio di oggi in via precauzionale - ai cimiteri e in altri edifici pubblici. L’Amministrazione comunale ringrazia i Vigili del Fuoco e la Questura di Rimini per l’immediata disponibilità e collaborazione".

Quello di Santarcangelo "è un terremoto originato a profondità rilevante, intorno ai 43 km chilometri, quello che ha fatto tremare oggi la provincia di Rimini. Si tratta - ha detto all'Adnkronos il presidente dell'Ingv, Carlo Doglioni - della prima scossa che in questi ultimi giorni ha raggiunto la magnitudo 4. Nei giorni scorsi ci sono stati infatti altri due eventi di magnitudo inferiore a 3. Sicuramente ci saranno altre repliche, per questo stiamo monitorando l'evoluzione". Doglioni ha inoltre ricordato che l'area colpita dalla scossa è una zona sismica storica in cui nel 1916 si sono verificati tra maggio ed agosto tre fenomeni di magnitudo 5.8, 4.8 e 5.8 nel giro di tre mesi, generalmente determinati dalla discesa della placca Adriatica sotto l'Appennino.

"Quello di oggi è un terremoto di magnitudo 4 di tipo compressivo, cioè in cui la crosta viene raccorciata, non dunque superficiale e con meno rischio di potenziali danni perché attutiti dalla profondità", ha spiegato ancora Doglioni. "Eventi di questo tipo ce ne sono oltre 20-25 l'anno. Molti finiscono senza evoluzione, altri sono forieri di fenomeni sismici molto significativi, altri ancora hanno sviluppi tardivi che possono manifestarsi anche a distanza di anni".

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