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"Le ossa non sono di Emanuela"

23 novembre 2018 | 11.16
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(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

Le ossa rinvenute nella Nunziatura Apostolica di Roma lo scorso 30 ottobre non sono di Emanuela Orlandi né di Mirella Gregori, le due minorenni scomparse nella capitale nel 1983. E' quanto si apprende in Procura dopo i primi risultati compiuti sulla datazione di alcuni resti, in particolare sulla calotta cranica e sul radio, dai quali si evince che sono certamente antecedenti al 1964. Figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, la 15enne sparì in circostanze misteriose il 22 giugno del 1983. Le ossa appartengono a un uomo, si apprende in Procura alla luce degli ultimi test compiuti dalla Polizia Scientifica sul dna estratto da un femore. Il materiale genetico è risultato troppo deteriorato per confrontarlo con quello delle due ragazze ma è certamente appartenuto a una persona di sesso maschile. "Noi attendiamo la conclusione degli esami e soprattuto che ci sia la presa visione da parte del nostro genetista il dottor Giorgio Portera. Solo allora faremo le nostre valutazioni e considerazioni", afferma all'Adnkronos l'avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia di Emanuela Orlandi. "Aspetto di avere l'esito finale di tutti gli esami che sono in corso sui resti trovati e mi auguro che si possa comunque fare l'esame genetico per ricostruire in ogni caso le dinamiche che hanno portato quei resti a essere interrati a pochi centimetri da quel pavimento", ha detto dal canto suo all'Adnkronos Pietro Orlandi, fratello di Emanuela. "Anche se fosse così come emerso dalle notizie di oggi - sottolinea - noi continueremo comunque ad andare avanti nella nostra ricerca di verità per Emanuela".
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La data del 1965 è uno spartiacque per gli esperti che devono datare oggetti e resti che riemergono dal passato e i primi esami compiuti sulle ossa trovate a Villa Giorgina dimostrano certamente che risalgono a un'epoca antecedente. Il fatto è legato al cosiddetto 'bomb effect' e ai test nucleari condotti in superficie fino al 1963, anno in cui sono stati vietati. A causa di quegli esperimenti condotti dagli anni '50 infatti il livello di Carbonio 14 nell'atmosfera è notevolmente aumentato arrivando fino a raddoppiare e raggiungere il picco nel 1965 per poi progressivamente scendere dall'entrata in vigore del trattato di messa al bando degli esperimenti firmato a Mosca nel 1963.

I resti erano stati trovati il 30 ottobre da alcuni operai nel corso dei lavori di ristrutturazione all'interno dell'edificio di via Po. A quel punto l'autorità vaticana aveva informato l'autorità italiana ed erano scattate le indagini. Nel corso del sopralluogo gli esperti avevano eseguito i rilievi del caso e repertato le ossa.

Gli esami sulle ossa erano iniziati lo scorso 5 novembre. "Si tratta di un processo che richiederà qualche giorno", aveva avvertito Gianni Arcudi, direttore della Medicina legale dell'Università di Roma Tor Vergata, ben consapevole dell'attesa che circondava il suo lavoro. "Ci sono risposte da dare. E le ossa parlano, ma bisogna trattarle bene, sennò restano mute", aveva concluso.

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