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Crotone, dottoressa aggredita a colpi di cacciavite

04 dicembre 2018 | 17.39
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(FOTOGRAMMA)
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Ancora un'aggressione in ospedale. Una dottoressa del San Giovanni di Dio di Crotone è stata ferita al collo a colpi di cacciavite da un cinquantenne che, poi, è stato arrestato dalla polizia. Secondo le prime informazioni, l'uomo ce l'aveva con il medico per la morte della madre, ricoverata nel reparto dove la dottoressa lavorava. Il medico, soccorso dal 118, a quanto si apprende, è stato ricoverato con una prognosi di 30 giorni, ma non sarebbe in pericolo di vita.

A salvare la dottoressa è stato un migrante. Il marocchino, che si trovava per caso nel piazzale antistante il nosocomio, è stato il primo a intervenire quando l'aggressore ha colpito il medico con un cacciavite al collo, evitando che l'uomo potesse colpirla una seconda volta.

"Non è la prima volta che si verificano aggressioni ai medici" denuncia all'AdnKronos Salute Giuseppe Brisinda, primario di Chirurgia generale all'ospedale crotonese. "Quello che è accaduto alla collega è un gesto fuori da ogni logica. Conosco la dottoressa ed è una collega esperta. Sono contro la militarizzazione degli ospedali per garantire la sicurezza dei medici e dei pazienti ma occorre fare qualcosa subito".

"Questo è l'unico ospedale della provincia e chiaramente è il punto di riferimento della popolazione - conclude Brisinda -. Ci sono tantissimi accessi e spesso emergenze. Occorrerebbe lavorare su un cambiamento radicale della cultura, iniziando dal rapporto medico-paziente, evitando anche attraverso un maggior dialogo che si arrivi a situazioni come questa".

"Siamo costretti a registrare oggi l'ennesimo atto di violenza verso una collega" dice Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale Ordini dei medici. "Siamo come sempre vicini a lei, alla famiglia, a tutti i colleghi, ma le parole non bastano, non ci bastano più. Chiediamo al Governo un atto concreto: trasmuti il Disegno di legge sulla violenza contro gli operatori sanitari, attualmente incardinato in Commissione Igiene e Sanità del Senato, in un Decreto legge, in modo da renderlo immediatamente esecutivo". "In alternativa - propone ancora all'Esecutivo il numero uno della Fnomceo - inserisca un emendamento sulla materia all'interno della Legge di bilancio, prevedendo la procedibilità d'ufficio per gli aggressori, che scatterebbe in automatico se i medici fossero sempre considerati pubblici ufficiali. La situazione dei nostri medici, dei nostri infermieri, dei nostri operatori - incalza Anelli - è grave è urgente: una vera emergenza di sanità pubblica, che mina alla base il nostro Servizio Sanitario nazionale. Diciamolo forte, diciamolo tutti insieme, cittadini, medici, decisori: Basta con la violenza".

"La cronaca, purtroppo, ci racconta sempre più spesso di episodi di violenza sul personale medico" dichiara in una nota Maria Elisabetta Barbuto insieme a Margherita Corrado, rispettivamente deputata e senatrice del Movimento 5 Stelle, entrambe originarie della cittadina calabrese. "Questo dimostra quanto sia necessario il lavoro che sta portando avanti in primis il nostro ministro della Salute Giulia Grillo per inasprire le pene per questo tipo di reati inaccettabili: chi lavora per tutelare la salute dei cittadini ha bisogno di farlo in tutta sicurezza e serenità". "Il Ddl - ricordano - è stato già approvato in Consiglio dei ministri e prevede, oltre che l'aggravamento delle pene, anche la costituzione di un Osservatorio nazionale anti-violenze. A Crotone, purtroppo - rilevano le esponenti M5S - è già il secondo episodio di violenza contro il personale medico in pochi mesi. Abbiamo già contattato le autorità locali: è stata predisposta l'intensificazione della vigilanza nei pressi dell'ospedale e le indagini proseguiranno. Nel frattempo, auguriamo alla dottoressa una pronta guarigione e ringraziamo il venditore ambulante che fortunatamente è intervenuto durante l'aggressione salvandole la vita".

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