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La classifica

'Top Ten Parolacce', il 2018 degli insulti

01 gennaio 2019 | 12.19
LETTURA: 5 minuti

(Afp)
(Afp)

di Andreana d'Aquino

E' il Capo della Casa Bianca, è il numero uno degli Stati Uniti. Ed è al primo posto anche nella storica classifica italiana del "trash d'autore". Donald Trump riconquista infatti nuovamente, anche per l'edizione 2018, la vetta della "Top Ten delle Parolacce" stilata come ogni anno dal linguista Vito Tartamella. Nella classifica, che l'AdnKronos è in grado di anticipare e che sarà diffusa a breve sul sito www.parolacce.org, 'the Donald' mantiene il podio conquistato nel 2017 quando, a pari merito con Kim Jong-un, vinse l'oro per gli 'insulti atomici' indirizzati al leader della Corea del Nord.

Trump quest'anno ritorna sul podio per quel "Perché facciamo venire qui tutte queste persone da Paesi di merda?". La frase è stata pronunciata dal capo della Casa Bianca in risposta a parlamentari e senatori che, l'11 gennaio dello scorso anno, durante l'incontro con alcuni membri del Congresso nello Studio Ovale, gli avevano chiesto di non togliere lo status di protezione a migliaia di immigrati da Haiti, El Salvador e da alcuni Paesi africani.

Nella classifica delle parolacce che hanno segnato la cronaca nazionale e internazionale entrano ai primi posti anche Dolce&Gabbana per le frasi trash contro la Cina e una meno nota stagista della Nasa che si è giocata il suo 'posto fra le stelle' con tweet davvero 'fuori dal mondo' anche per l'Ente spaziale statunitense. "Quest'anno sono molto indeciso su chi indicare come vincitore assoluto fra Trump, Dolce&Gabbana e la stagista della Nasa" commenta Vito Tartamella che, fra gli insulti più celebri dello scorso anno mette comunque in testa il Presidente degli Stati Uniti.

Fra i 10 insulti più emblematici dell'anno appena concluso compare quindi il post su Instagram pubblicato da Stefano Gabbana il 23 novembre scorso con su scritto "la Cina è un paese di merda (scritto con gli emoji), ignorante, sporco e puzzolente e mafia". "Inizialmente Gabbana ha detto che il suo account Instagram era stato hackerato ma la giustificazione non ha proprio retto" sottolinea Tartamella che sul suo sito racconta, passo per passo, la gaffe dello stilista che ha rischiato un scatenare un terremoto commerciale con il colosso asiatico.

Anche la stagista della Nasa, non meglio identificata come NaomiH, secondo il linguista merita una posizione da podio per il suo tweet "Chiudete tutti quella c...zzo di bocca. Mi hanno preso per uno stage alla Nasa". Un cinguettio di gioia completamente inopportuno postato il 22 agosto e che è costato lo stage alla Nasa alla ragazza che è stata immediatamente silurata dall'ente spaziale Usa.

Nella "Top Ten delle Parolacce" non sono inseriti solo personaggi famosi. Anche il quotidiano "Il Tempo" trova un suo spazio grazie al titolone di prima pagina "Ma vaffancrucco" pubblicato nell'edizione del 26 maggio 2018. Il titolo nasce dopo i quasi 3 mesi dalle elezioni, quando l’asse Movimento 5 stelle-Lega non è ancora riuscito a formare il governo. Ma nel frattempo non risparmia stoccate verso l’Unione Europea.

In quei giorni, al culmine del braccio di ferro, il settimanale tedesco "Der Spiegel" ha pubblicato online un articolo intitolato "Gli scrocconi di Roma". E non è l'unico giornale europeo a lanciare stoccate al Bel Paese. Da qui la risposta del quotidiano romano. Come per le precedenti edizioni, Tartamella ha selezionato gli episodi da portare in classifica guardando a tre criteri cardine, "il loro valore simbolico, le loro conseguenze e la loro carica di originalità".

"Sono episodi rivelatori che fanno sorridere ma anche riflettere" argomenta il linguista segnalando che molti sono i casi che arrivano dalla politica: "E' diventata un ring con insulti da stadio" e "non solo in Italia". Ma non è l'unico settore a primeggiare in insulti e parolacce. Diversi sono gli epiteti scurrili selezionati dall'esperto italiano - uno dei pochi studiosi di parolacce al mondo - anche dallo sport, dall’economia e dallo spettacolo. "E’ straordinario vedere come una parola scurrile possa stupire, ferire, generare reazioni a catena. E, quasi sempre, -avverte- mettere in difficoltà chi la dice. Tornando indietro come un boomerang".

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