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A Parigi il ristorante 'Corleone by Lucia Riina', è bufera

08 gennaio 2019 | 16.57
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Foto dalla pagina Facebook del locale
Foto dalla pagina Facebook del locale

"E' inaccettabile che chi ha massacrato Corleone, contribuendo a marchiarla in maniera infame, oggi possa usare il nome del paese per trarne vantaggio economico". A dirlo all'Adnkronos è Nicolò Nicolosi, neo sindaco di Corleone, commentando la notizia dell'apertura a Parigi del ristorante di Lucia Riina, ultimogenita del capo dei capi.

In Rue Daru il locale dalla facciata in legno, con grandi vetrate e lo stemma di Corleone nell'insegna, propone piatti tipici della cucina italiana e siciliana. Il locale dell'ultimogenita del boss Totò Riina, morto il 17 novembre 2017 in carcere, è aperto a pranzo e a cena. L'insegna verde riporta lo stemma di Corleone, un leone rampante con un cuore. La figlia del padrino corleonese, ancora residente nel grosso centro del Palermitano, da alcuni mesi non si vede più in paese. E su Facebook Lucia Riina, che sui social ha anche una pagina in cui espone i suoi quadri, il 30 novembre ha postato alcune immagini di Parigi con su scritto "Autunno a Parigi... e vita nuova". A Corleone, nel regno che fu del capo dei capi, resta solo l'anziana madre, Ninetta Bagarella. Giovanni e Salvuccio, infatti, sono in carcere e l'altra figlia del padrino corleonese, Concetta, vive da tempo in Puglia.

"Negli anni abbiamo assistito spesso all'abuqso del 'marchio' Corleone, servito per promuovere beni di ogni tipo", dice ancora il primo cittadino alla guida del grosso centro del palermitano dallo scorso novembre, dopo due anni di commissariamento per mafia del Comune. "Se questo uso viene fatto da aziende in regola, da persone perbene per far conoscere nel mondo le eccellenze del territorio, non possiamo che esserne felici. Non è ammissibile, invece, che a usare il nome del paese sia chi ha maltrattato Corleone, siano persone legate al boss Totò Riina, come in questo caso. Faremo di tutto - conclude - per neutralizzare questa iniziativa e metteremo in campo le armi di cui la legge ci dota". Lo Statuto comunale di Corleone limiterebbe anche l'uso dello stemma del Paese, il leone rampante con il cuore. "Verificherò questo aspetto e vedremo se in qualche modo potremo bloccarne l'uso".









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