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Il gelo degli ex compagni di Battisti

13 gennaio 2019 | 18.49
LETTURA: 2 minuti

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

Cesare Battisti, il gelo e l'imbarazzo degli ex compagni. Nel diluvio di commenti seguiti alla cattura dell'ex terrorista dei Pac, spicca il silenzio assordante degli esponenti della sinistra extraparlamentare e degli 'esuli' dell'estremismo rosso che hanno chiuso i conti col passato o sono riparati da anni fuori confine. Franco Piperno, Lanfranco Pace, Adriano Sofri, Valerio Morucci, Barbara Balzerani, Paolo Persichetti. Persino Oreste Scalzone, che nei giorni della fuga dell'ex terrorista dal Brasile lo definì "solo un vecchio fuggiasco", tace.

Tra gli scrittori, gli intellettuali e gli esponenti della cultura firmatari dell'appello che nel febbraio del 2004 chiedeva la liberazione di Battisti, all'epoca arrestato in Francia, la musica non cambia: prevale decisamente la voglia di non commentare. Con qualche eccezione, come Paolo Cento, oggi esponente di Sinistra Italiana, che sottolinea che "la giustizia non è vendetta" o lo scrittore Christian Raimo, che sui social invita a non trasformare "la storia di un Paese in una faida di vendette incrociate". Nessun commento - al momento - nemmeno da Roberto Saviano che firmò quell'appello nel 2004, "per chissà quali strade del Web" disse poi, ritirando la firma e prendendo le distanze da una vicenda di cui, ammise, "non so abbastanza".

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