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Morto durante un fermo, Ilaria Cucchi: "So già come va a finire"

19 gennaio 2019 | 09.53
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Dava in escandescenza? Questi fatti sono tutti uguali e sappiamo già come andrà a finire. La quarta sezione della Cassazione dirà che non c'è nessun colpevole". Lo dice all'Adnkronos Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, commentando la morte del 32enne tunisino avvenuta a Empoli (Firenze) durante un fermo di polizia. In merito alle prime ricostruzioni di quanto accaduto, da cui emerge che l'uomo sarebbe morto per arresto cardiocircolatorio, Ilaria Cucchi sottolinea: "Come Magherini". A novembre scorso i giudici della quarta sezione penale della Corte di Cassazione hanno assolto i tre carabinieri accusati di omicidio colposo per la morte di Riccardo Magherini, quarantenne ex calciatore della giovanili della Fiorentina, avvenuta durante un arresto il 3 marzo 2014.

LEGALE CUCCHI E ALDROVANDI - Sulla morte del 32enne tunisino interviene anche l'avvocato Fabio Anselmo, legale delle famiglie di vittime di abusi in divisa, interpellato dall'Adnkronos. "Passano gli anni, la memoria e lo sgomento per questi fatti difficili da comprendere si scolorisce e gli esiti purtroppo di questi ultimi tempi sono sempre uguali: il fatto non costituisce reato" dice il legale, che si è occupato tra gli altri dei casi Cucchi e Aldrovandi, e lancia una provocazione: "Poi se vogliamo dire che è giusto così, prendiamone atto ma smettiamo anche di stupirci e di indignarci, consideriamo queste morti come danni collaterali che il nostro ordinamento giudiziario dimostra di voler considerare tollerabili o giustificabili". "Le versioni giornalistiche sono sempre le stesse - aggiunge Anselmo - sono sempre uguali, persone che fino a quel momento non erano certamente folli, improvvisamente vengono portate via in luoghi chiusi, danno in escandescenze, si autolesionano e muoiono ammanettate e con i piedi legati. Le storie sono sempre quelle, sono gli esiti giudiziari di questi ultimi tempi che stanno cambiando, evidentemente adeguandosi al clima politico attuale". "Si parla di colposo e si finisce alla sezione quarta della Cassazione e il fatto non costituisce reato - sottolinea - Magherini è stato compresso al suolo e colpito a calci, i poliziotti non sono medici, è stato detto, e quindi non potevano accorgersi che stava morendo. Bernardino Budroni è stato ucciso da un colpo di arma da fuoco quando la sua auto era praticamente ferma e ora stiamo assistendo a un altro giudizio. Allora aspettiamo il prossimo". "La differenza la può fare la giustizia e lo Stato se ha voglia di processare se stesso, lo sta facendo per Cucchi non lo ha fatto per Magherini", aggiunge. Poi Anselmo precisa: "Sicuramente qualche atto di autolesionismo ci può stare ma noi in Italia abbiamo un record. Io non voglio criminalizzare nessuno, però". Il legale lancia anche un invito alla stampa: "Invito voi giornalisti a sovrapporre i resoconti giudiziari di tutte queste vicende, i racconti dei cronisti, le versioni delle fonti ufficiali e quelle dei processi". Infine Anselmo si rivolge alla famiglia del tunisino morto a Empoli. "Colgo comunque l'occasione per fare le condoglianze alla famiglia del tunisino, che non conosco", conclude.

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