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Blitz contro 'ndrangheta in Valle d'Aosta: arresti

23 gennaio 2019 | 12.30
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Colpo alla 'ndrangheta in Valle d’Aosta. Alle prime ore di questa mattina è scattata l’operazione dei carabinieri del Gruppo di Aosta e del Ros, denominata 'Geena', per l’esecuzione di vari provvedimenti cautelari, emessi su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Torino nei confronti di un sodalizio 'ndranghetistico che operava in Valle d’Aosta riconducibile, tra gli altri, a componenti della famiglia 'Nirta-Scalzone' di San Luca (Reggio Calabria) con collegamenti in Piemonte e Calabria. Le indagini hanno consentito di far emergere "uno scenario di pervasiva infiltrazione nel tessuto economico imprenditoriale - fanno sapere i carabinieri - nonché di documentare l’esistenza di un’associazione finalizzata al narcotraffico di matrice transnazionale tra Spagna e Italia". Tra i 16 arrestati, tra Valle d'Aosta, Piemonte e Calabria, ci sono anche il consigliere regionale della Valle D'Aosta Marco Sorbara (all’epoca dei fatti, nel 2015, consigliere comunale e assessore alle Politiche sociali del comune di Aosta), Monica Carcea, consigliere comunale nonché assessore al Bilancio di Saint Pierre (Ao), e il consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico.

Dall'indagine contro le infiltrazioni 'ndranghetiste in Valle d'Aosta "emerge un quadro piuttosto complesso di un'organizzazione criminale, armata e pericolosa stabilmente presente in Piemonte e in questo caso ad Aosta con collegamenti in Calabria, con la provincia di Reggio Calabria, tanto che uno degli arrestati, Bruno Nirto, è stato preso a San Luca questa mattina" ha detto il vice comandante nazionale del Ros, Giancarlo Scafuri. "E' un'organizzazione pericolosa, di spessore, che non fa solo traffico di sostanze stupefacenti a livello internazionale ma si occupa anche del controllo del territorio, quindi estorsioni, appalti pubblici, interessi nella politica, dunque ben radicata in Piemonte", ha osservato ancora. "Questi tre anni di indagine ci hanno permesso di evidenziare un gruppo ben compatto, solidale, con un vincolo associativo molto forte", ha aggiunto il comandante del gruppo carabinieri di Aosta, Emanuele Caminada, che ha spiegato: "Condividevano sia le modalità operative, sia gli interessi che non erano solo legati all'acquisizione o assegnazione di lavori nel settore edile soprattutto nell'edilizia privata ad artigiani a loro vicini o compiacenti, ma erano riusciti a fare un salto di qualità, procacciare voti e inserirsi nella vita politica valdostana".

Il procuratore generale di Torino, Francesco Saluzzo, ha commentato: "Il panorama dei settori di contiguità è molto vasto, impresa, politica e, lo dobbiamo dire con dispiacere, anche un professionista che è sempre stato molto presente nei processi nei confronti di esponenti della 'ndrangheta e questo è il segnale della bontà particolare dell'indagine che non si è fermata semplicemente ai livelli classici dei componenti dell'organizzazione ma è stata capace di arrivare un po' più in là". A questo proposito, Saluzzo ha voluto lasciarsi andare a una battuta: "Magari la gente smetterà di dire che in Piemonte non c'è la 'ndrangheta o che se c'è è un fatto confinato all'ambito stretto degli 'ndranghetisti, quindi dei sodali, perché la società civile non si mischia con i malfattori".

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