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Multopoli a Roma, indagato anche Lotito

28 gennaio 2019 | 12.31
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(FOTOGRAMMA/IPA)
(FOTOGRAMMA/IPA)

Sono 197 gli indagati dalla procura di Roma per un giro di multe cancellate. Tra questi c'è il presidente della Lazio Claudio Lotito indagato per concorso in falso e truffa, l'ex responsabile e altri tre dipendenti del Dipartimento Risorse Economiche di Roma Capitale che si occupa delle sanzioni e delle istruttorie legate alle violazioni del codice della strada.

LOTITO COINVOLTO - Nell'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Francesco Dall'Olio, sono emersi alcuni escamotage utilizzati dagli indagati, come quello di far comparire come veicoli di scorta auto private che erano state multate. Nell'ambito delle indagini, il gip ha disposto un sequestro preventivo di oltre un milione di euro: nei confronti di Lotito la cifra sequestrata è di oltre 26mila euro mentre 800mila euro sono stati sequestrati a una società di autonoleggio.

L'INCHIESTA - Il periodo preso in esame dagli uomini della Guardia di Finanza del nucleo di polizia economico finanziaria di Roma, che ha svolto le indagini, va dal 2012 al 2014. L'inchiesta, ribattezzata 'Multopoli', è partita grazie alla denuncia di una dipendente comunale che ha segnalato alcune anomalie. Le indagini, a quanto si apprende, non hanno però portato alla luce fenomeni corruttivi. Dal 2008 al 2014, secondo quanto emerso dagli accertamenti, sono state circa 14mila le posizioni cancellate per un totale di circa 16 milioni di euro. Nel procedimento circa 15 milioni non sono inseriti perché prescritti ma ora gli accertamenti proseguiranno presso la Corte dei Conti per la quale vige un regime di prescrizione diverso.

LOTITO SI DIFENDE - Sul coinvolgimento di Lotito, in una nota, i legali del presidente della Lazio fanno sapere che "si tratta di un clamoroso equivoco che verrà prontamente chiarito nelle sedi competenti", precisando che "le cifre contestate si riferiscono a multe di circa 15 mila divenute 26 mila per effetto delle sanzioni previste dalle cartelle, che riguardano macchine intestate a società di cui il Presidente è socio". E lo stesso ribadisce l'entourage del numero uno biancoceleste.

Secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il sostituto Francesco Dall'Olio, Lotito faceva risultare come veicoli di scorta auto private che erano state multate. Un'accusa che il presidente della Lazio (seppur rinunciando a commentare ufficialmente) contesterebbe secondo quanto riferito da fonti vicine a Lotito all'Adnkronos. E cioè che il numero uno della Lazio per anni avrebbe camminato con la propria macchina che veniva guidata da un agente di pubblica sicurezza con tanto di lampeggiante e paletta, visto che lo stesso presidente non volendo gravare sui costi dello Stato, pur potendo avere due macchine blindate e 4 uomini di scorta, camminava con una sua macchina e una dello Stato.

Quando poi arrivavano le multe - fanno sapere fonti vicino al presidente - venivano portate in prefettura per il 'discarico' e la prefettura le inviava all'ufficio contravvenzioni. Tra l'altro proprio il capo del reparto scorte avrebbe comunicato i numeri di targa delle auto utilizzate per il dispositivo. La procura, come detto, la pensa invece diversamente tanto che ha indagato Lotito, il nome più noto dei 197 finiti sotto inchiesta.

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