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Strage Bologna, Adinolfi e Fiore annunciano novità: "Ora la verità"

28 gennaio 2019 | 19.48
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"Non può non apparire strano che nessuna delle parti coinvolte nell'ennesimo processo che si sta svolgendo a Bologna sulla strage del 2 agosto 1980 abbia approfittato della disponibilità del presidente del Consiglio a svelare documenti precedentemente secretati in possesso del ministero degli Interni o dell'ingente mole di documenti emersi dalla Commissione Stragi o Mitrokin". A parlare all'Adnkronos sono Gabriele Adinolfi e Roberto Fiore, due nomi di peso della storia della destra radicale italiana, entrambi riparati all'estero dopo che il movimento che avevano fondato alla fine degli anni '70, Terza Posizione, venne messo sotto inchiesta proprio all'indomani della strage di Bologna.

I due, che domani saranno a Bologna per una conferenza stampa (alle ore 18:00 al Flyon Hotel in via dell’Aeroporto 34/36) dall'eloquente titolo "40 anni di depistaggi per coprire la pista neotrotskista", spiegano come "non ritenendo più procrastinabile il perseguimento della verità storica e processuale" si siano risolti a fare loro stessi "richiesta al Presidente del Consiglio, avvocato Conte, di un certo numero di documenti che consideriamo rivelatori" e annunciano "importanti rivelazioni".

"Questo sarà solo il primo passo in una nuova e speriamo definitiva battaglia che diradi definitivamente le nebbie addensate ad arte per decenni al fine di negare agli italiani il diritto a conoscere la verità su questo drammatico evento che ha segnato profondamente la nostra storia", sottolineano Adinolfi e Fiore, che ricordano di essere stati entrambi ascoltati in questo nuovo processo che vede come unico indagato Gilberto Cavallini "nella nostra qualità di accertate vittime del depistaggio detto 'del diretto Milano-Taranto' che ha visto condannati con sentenza passata in giudicato gli allora vertici del Sismi Musumeci e Belmonte".

"Intenzione evidente di queste ennesimo giudizio, sarebbe portare alla luce elementi mai venuti alla luce in quasi 30 anni di approfondimento e dibattito processuale", affermano, ma "abbiamo potuto constatare così con sconcerto che nulla sembra essere stato fatto sinora per discostarsi dalla comoda versione giudiziaria che ha già prodotto condanne per la strage nella totale assenza di prove certe e nulla è stato esperito per approfondire invece altri scenari, questi, paradossalmente invece, corroborati da un inquietante numero di indizi e prove".

In particolare, nella richiesta inviata al presidente del Consiglio, Fiore scrive: "Ho documenti inerenti la strage precedentemente coperti da segreto di Stato è stata inoltrata dal Tribunale ai vostri uffici".

Quindi, aggiunge, "per amor di verità e di giustizia mi rivolgo nuovamente a Lei per richiedere l’invio al Tribunale di Bologna di quanto segue: 1) Documenti del 1980 nei quali il capocentro del Sismi a Beirut, Stefano Giovannone, paventa il timore di rappresaglie in Italia per lo sventato traffico di armi Fplp-Br che diventa un casus belli per indebolire la leadership palestinese. 2) Il testo del provvedimento e la ragione per cui il signor Michael Ledeen, responsabile CIA americano a cavallo tra gli anni settanta e ottanta, fu dichiarato persona non grata in Italia nel 1984 dall'ammiraglio Martini, allora direttore del Sismi. 3) Rapporti sulla rete operativa del servizio segreto tedesco-orientale, Stasi, in Italia e in particolare nella zona tosco-emiliana. 4) Rapporti sull'eventuale presenza a Bologna, il 2 agosto 1980, del dirigente storico delle Brigate Rosse Pierino Morlacchi e della moglie, Heidi Ruth Peusch, di nazionalità tedesco-orientale. 5) Rapporti e documenti sull'attività terroristica internazionale di Salvatore Muggioni, il cui passaporto venne rinvenuto tra le macerie della stazione di Bologna Centrale il 2 agosto 1980. 6) Documenti che attestano l’ipotizzato smarrimento dei resti mortali di una ulteriore non registrata vittima".

"Come parte lesa del processo di Bologna e in particolare del depistaggio Milano Taranto. Le chiedo la massima urgenza nel disvelamento di questi importanti documenti, pertinentissimi al processo in corso e alla verità storica di quanto avvenne nell’estate 1980. Confido anche nella Sua profonda conoscenza del diritto e delle dinamiche processuali", conclude Fiore, che è riuscito a incassare la risposta del presidente del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

"Con riferimento alla Sua richiesta, a nome del Presidente Conte - si legge nella lettera firmata dalla Segreteria del Presidente del Consiglio dei Ministri - le comunichiamo che, a seguito dell’adozione della Direttiva per la declassifica e per il versamento straordinario di documenti all'Archivio centrale dello Stato, emanata dal Presidente del Consiglio dei Ministri il 22 aprile 2014, è stato avviato il percorso che prevede la declassifica e il successivo versamento all’Archivio centrale dello Stato della documentazione concernente le stragi, ivi compresa la strage di Bologna del 2 agosto 1980. A tal fine, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha intrapreso un’attività di coordinamento delle amministrazioni e organismi interessati, volta ad accelerare e monitorare il versamento della documentazione sottoposta a classifica di segretezza e concernente gli eventi terroristici in questione, detenuta dalle stesse amministrazioni. L’attività avviata sulla documentazione classificata ha consentito di versare fino ad oggi più di 80.000 documenti, per i quali è previsto un processo di digitalizzazione già attivato e tutt’ora in corso, finalizzato a consentire la conservazione e la diffusa e agevole fruizione degli stessi".

"Nonostante sia stata, come indicato, reperita e versata una elevata mole di documentazione, la collaborazione tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, le amministrazione e gli altri organismi coinvolti prosegue al fine di individuare eventuale ulteriore documentazione di interesse", conclude il messaggio.

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