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Famiglia Pamela: "Non perdoneremo mai Oseghale"

29 gennaio 2019 | 20.06
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di Sara Di Sciullo
Per Innocent Oseghale, il pusher nigeriano imputato per omicidio e occultamento di cadavere in relazione alla morte di Pamela Mastropietro, la 18enne che si era allontanata da una comunità di recupero e che è stata poi fatta a pezzi e ritrovata cadavere in due trolley a Pollenza, "ci aspettiamo la massima condanna, scevra da influenze". E' quanto afferma all'AdnKronos l'avvocato Marco Valerio Verni, zio e legale della famiglia della 18enne romana. "Non vorrei che siccome l'imputato è di colore qualcuno abbia paura di dargli la giusta condanna e di essere tacciato di razzismo. Ci auguriamo la massima condanna, scevra da influenze", sottolinea lo zio di Pamela, alla vigilia dell'anniversario della morte della ragazza.

La lettera di scuse letta mesi fa in aula da Oseghale è "una presa in giro e dimostra che non c'è stato neanche un vero pentimento, non si è reso conto di quello che ha fatto". Quindi, "perdonarlo? - continua lo zio di Pamela e legale della famiglia -. Il fatto accaduto è demoniaco, sarebbe come dire perdonare Satana e da cristiani non potremmo mai perdonare Satana".

Per quanto riguarda il contenuto del messaggio scritto dal carcere da Luca Traini, l'autore dell'attentato xenofobo a Macerata, alla vigilia dell'anniversario per la morte di Pamela, "sono belle parole, come quelle che ci dicono tante persone" dice all'Adnkronos Verni.

"Sono le parole che ci dicono tante persone quando si rendono conto che al posto di Pamela poteva starci qualsiasi altra persona - continua l'avvocato - Certo, Pamela era lì perché in cerca o perché le avevano promesso sostanze stupefacenti e non tutti sono in quella situazione. Ma le difficoltà che ha avuto Pamela potevano accadere a chiunque".

E ancora, "sulle maniglie dei trolley ci sono tracce genetiche di un'altra persona che non è stata identificata" dice lo zio e legale della famiglia Mastropietro. Secondo Verni, Innocent Oseghale, il pusher nigeriano imputato per omicidio e occultamento di cadavere in relazione alla morte della ragazza, "è intimidito e sta coprendo qualcuno".

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