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Clochard bruciato vivo, pena sospesa per 17enne

31 gennaio 2019 | 21.24
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Clochard carbonizzato vivo a Santa Maria di Zevio, servizi sociali ai ragazzi. Il 13 dicembre 2017 due minorenni diedero fuoco alla Bravo in cui viveva Ahmed Fdil "per noia", come aveva dichiarato il più piccolo dei due, allora tredicenne. Con il 17enne, i due lanciarono all'interno della vettura dove viveva l'uomo alcuni pezzi di carta incendiati, un gesto che fece prender fuoco all'auto del senzatetto. Oggi il tribunale dei minori di Venezia ha stabilito una sospensione della pena che farà sì che, se il tredicenne non era imputabile, il 17enne continuerà ad essere affidato ai servizi sociali per i prossimi tre anni. Se il comportamento del giovane sarà ineccepibile, allora la pena sarà estinta.

"E' una situazione difficile, il mio cliente viene da un Paese in cui non ci sono questi sconti di pena. Prendo atto dell'ordinanza di sospensione, perché non si tratta di una sentenza, che però non condivido per il tipo di reato" ha commentato l'avvocato Alessandra Bocchi, incaricato dal nipote della vittima Salah Fdil. Per il legale la situazione non può essere risolta così: "Si tratta di omicidio aggravato in concorso, con minorata difesa dato che Ahmed non poteva difendersi trovandosi all'interno dell'auto in cui viveva. Un reato che non si può scontare con il volontariato, come la ginnastica o la psicoterapia. Il ragazzo ha 17 anni, ne fa 18, ma si deve anche comprendere il disvalore sociale dell'azione". Bocchi ritiene che la pena non sia commisurata: "Stiamo parlando di una morte provocata con una sofferenza unica, infinita, che non abbiamo la possibilità di comprendere. Ahmed ha tentato di uscire, ma era bloccato. E' morto carbonizzato vivo, aveva le vie aeree pulite, si tratta di una morte tremenda. Servizi sociali e volontariato vanno bene fino a un certo punto. Questo è un messaggio non commisurato al reato che hanno commesso". Da ultimo, il commento dell'avvocato è stato anche su come abbia preso la notizia il nipote del clochard: "Malissimo. Ha chiesto al giudice quanto valesse la vita dello zio. Il giudice gli ha chiesto di farselo spiegare dal suo avvocato e la risposta è stata la richiesta di giustizia e non di vendetta. Una situazione imbarazzante, anche quando Salah ha definito tutto questo un circo, prima di uscire spontaneamente dall'aula".

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