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Tav, è scontro nel governo

01 febbraio 2019 | 11.24
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

di Francesco Saita

Si riaccende lo scontro di governo sulla Tav. "Prima si fa meglio è". In visita al cantiere di Chiomonte, il vicepremier Matteo Salvini torna a sfidare la neve e l'opposizione degli alleati di governo all'alta velocità Lione-Torino. "Soldi da investire altrove", replica l'altro vicepremier Luigi Di Maio. Mentre il premier Giuseppe Conte cerca di allargare l'orizzonte: "Non fermiamoci alla Tav, guardiamo ai tanti altri cantieri che stiamo aprendo". A favore di telecamere, arrivato in Valsusa, in mattinata, il ministro leghista ribadisce gli argomenti pro-Tav: da quello ambientale ("ci sono 3 milioni di tir sulle strade, se ne togliamo 1 milione, con tonnellate di Co2 in meno, respiriamo meglio") a quello economico ("Se devo spendere 4 miliardi dei contribuenti italiani per finire l'opera sono soldi ben spesi, se lo devo fare per tornare a riempire i buchi scavati in 5 anni di lavoro mi sembra demenziale"). Aggiungendo pure "come in un momento di crisi economica rinunciare a 50mila posti di lavoro e mettere a rischio aziende mi sembra poco sensato".

Parole che, però, non trovano ascolto a Roma, alla Camera dei deputati è proprio Luigi Di Maio a fare muro: "Io personalmente non vado a Chiomonte perché ancora non è stato scavato un solo centimetro del tunnel", dice il capo politico dei Cinque Stelle. "Per me il cantiere non è un'incompiuta, è un mai iniziato". Per poi aggiungere: "La Tav Torino-Lione è una spesa che può benissimo essere dirottata sulla metro di Torino, o sulla autostrada Asti-Cuneo" quindi "lasciamo i soldi in quel territorio, ma investiamoli per cose importanti e prioritarie". Nel mezzo le tante dichiarazioni, dei pentastellati e dei leghisti, che portano argomenti pro e contro l'opera. Il Cinque Stelle Emanuele Dessì ricorda come "della Torino-Lione non è stato scavato neppure mezzo chilometro" quindi "Salvini dovrebbe studiare un po' meglio le carte prima di fare annunci". A Chiomonte "c'è solo un buco di 5 metri", dicono all'unisono Manlio Di Stefano e il deputato Francesco Silvestri. "Basta chiacchiere inutili su un'opera inutile, che non si farà. Punto", taglia corto il sottosegretario agli Esteri. Per il capogruppo M5S al Senato, Stefano Patuanelli, la "Tav è una falsa priorità e i numeri lo dimostrano. Il Piemonte e l'Italia hanno bisogno di investimenti per un trasporto ferroviario pendolare di qualità".

Dalla Lega interviene il presidente della Commissione Trasporti, Alessandro Morelli. Che si dice sicuro che "alla fine l'opera si farà". Il "dibattito è aperto sul come, ma che si fa non ho dubbi", dice all'AdnKronos. "Di Maio? Ha una sua posizione storica che penso e spero possa cambiare". A cercare una 'conciliazione' il Premier Conte, in campo per trovare la soluzione al rebus Tav. Per il presidente del Consiglio quella della tratta Lione-Torino è, infatti, una pratica da superare prima possibile: "Non possiamo fermarci alla Tav - dice il premier - . Stiamo completando l'analisi costi-benefici, ma stiamo lavorando a tanti altri cantieri: abbiamo sbloccato il Tap, il Terzo valico, il Brennero, stanno continuando i cantieri".

DISORDINI AL CANTIERE - Sul fronte della cronaca, invece, sono stati 4 i denunciati e 45 identificati dalla Digos torinese per i disordini al cantiere Tav di Chiomonte. Proprio per protestare contro la visita del vicepremier, un centinaio di appartenenti al centro sociale Askatasuna e anarchici aderenti al movimento No Tav, hanno effettuato un presidio, nel corso del quale hanno tentato  di superare gli schieramenti della forza pubblica predisposti a tutela del Sito di Interesse Strategico Nazionale. I tentativi sono stati contenuti da personale della Polizia di Stato in servizio. Nel corso della manifestazione, personale Digos ha identificato 45 antagonisti. Quattro, due donne e due uomini, poiché già sottoposti al foglio di via obbligatorio dal Comune di Chiomonte emesso dal Questore di Torino Francesco Messina, saranno denunciate all'Autorità Giudiziaria.

L'EURODEPUTATA FRANCESE, 'PROGETTO VA SOSPESO' - "Penso che il progetto" dell'Alta Velocità Torino-Lione "vada sospeso". Parola della presidente della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo (Tran nel gergo comunitario), la francese Karima Delli, che, in un'intervista ad alcune agenzie italiane, si smarca decisamente dalla posizione della Commissione Europea e invita a ripensare il progetto, ormai "vecchio". "Vediamo - continua l'eurodeputata dei Verdi - verifichiamo se funziona. E se non funziona, allora penseremo a un'altra alternativa. Ma oggi va sospeso: da quanti anni parliamo della Torino-Lione?". Il progetto risale agli anni Novanta e dal 2005 fa parte del programma delle reti transcontinentali Ten-T. "Il futuro dei trasporti non è dei progetti vecchi, con grandi strutture: no, il futuro è la prossimità e rinnovare quello che abbiamo", aggiunge. C'è anche, da parte italiana, una mancanza di chiarezza: "Per adesso - dice ancora la Delli - il problema che abbiamo è capire qual è la posizione italiana su questo progetto. La vera questione è vedere i trasporti nel futuro: la Torino-Lione non sarà terminata prima del 2038. E' la ragione per la quale la priorità è rinnovare le linee esistenti". Su quell'asse, aggiunge l'eurodeputata dell'Hauts-de-France (Nord-Pas-de-Calais e Piccardia), "ci sono già delle linee esistenti, dunque rinnoviamo e facciamo dei rapporti ora: non in cinque o dieci anni, ora". Perché è vero che "ci sono dei problemi di inquinamento" e che, certo, "è meglio mettere merci sui treni che sulle strade". Ma ora, continua, "la palla è al centro. Bisogna rivedere questo progetto, che costerà molto caro". Secondo la Delli "è ora di rivedere la proposta e di investire nelle alternative. Il governo italiano è molto diviso, perché ho visto che i Cinque Stelle erano contro la Torino-Lione in campagna elettorale. Ora non so quale sia la loro posizione, ma bisognerebbe che dessero una posizione chiara". Oggi, prosegue l'eurodeputata, "abbiamo tutti consapevolezza, a prescindere dalle nazionalità, del problema del riscaldamento globale. La parte svolta dal settore trasporti in questo fenomeno è del 30%: è tanto. E una gran parte viene dal trasporto su strada. Bisogna sicuramente favorire il trasporto su rotaia, ma nello stesso tempo" in Val di Susa "andiamo a perforare una montagna, dalla quale si dice che potrebbe essere estratto dell'amianto, che finirebbe per percolare nei corsi d'acqua. Non è possibile".

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