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"Torno più forte di prima", l'audio di Manuel

08 febbraio 2019 | 17.04
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Non perde la grinta Manuel Bortuzzo. In un audio, postato sulla pagina Facebook 'TutticonManuel', il nuotatore, rimasto paralizzato, dopo essere stato colpito sabato notte all'Axa da un proiettile per errore, parla per la prima volta dal letto di ospedale al San Camillo di Roma. "Ciao a tutti ragazzi, qui è Manuel che vi parla. Come potete sentire dalla voce sto bene, non mi aspettavo tutta questa calorosità da parte vostra - dice in un messaggio, registrato dal presidente della Federnuoto Paolo Barelli e postato su 'TutticonManuel' -. Mi avete fatto emozionare tutti". "Se potessi vi abbraccerei uno a uno tutti quanti - conclude -. Io vado avanti adesso per la mia strada. Vedrete che torno più forte di prima".


"Manuel Bortuzzo? L'ho trovato gagliardo, in forma, tosto" dice il vicepremier Salvini, ospite di 'Pomeriggio Cinque'. "Ho trovato dei medici e infermieri al San Camillo che mi rendono orgoglioso di essere italiano. Ci siamo stretti la mano, aveva una stretta più forte della mia. Aveva voglia di tornare ad allenarsi. Se devo dare una mia sensazione al di là dei bollettini medici, Manuel tornerà a correre e a nuotare".

Intanto il gip Costantino De Robbio al termine dell'interrogatorio a Regina Coeli ha disposto il carcere per Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzanno, accusati del ferimento di Manuel Bortuzzo. "Appare inconfutabile allo stato, essendo stati esplosi numerosi colpi di arma da fuoco verso le parti vitali della vittima, l'intento di ucciderla e non di ferirla" ha scritto il gip nell'ordinanza di custodia cautelare. I due, accusati di tentato omicidio premeditato in concorso e aggravato dai abietti e futili motivi, "non hanno risposto alle domande del gip. "Quello che avevano da dire lo hanno già detto l'altro ieri in questura", ha detto l'avvocato Giulia Cassaro, lasciando il carcere di Regina Coeli al termine dell'interrogatorio e sottolineando come stiano "male per quanto fatto, come hanno già detto l'altra sera". Marinelli e Bazzanno avevano programmato un brutale omicidio, ha sottolineato De Robbia nell'ordinanza di custodia cautelare. Per il gip "è altamente probabile il rischio di reiterazione dei delitti della stessa specie di quello contestato" perché denota "la mancanza di controllo e l'estrema pericolosità degli indagati, che non hanno esitato a recuperare una pistola che evidentemente avevano in precedenza acquistato e tenevano pronta per usarla, e programmare un omicidio brutale senza apparente motivo per poi allontanarsi dal luogo, secondo le risultanze sopra descritte, ridendo". Il giudice parla di "assoluta pericolosità dei due indagati che, dopo aver programmato un omicidio non riuscito per cause indipendenti dalla loro volontà, hanno poi ideato un piano tendente a garantire almeno parzialmente la loro impunità dimostrando la proclività al delitto e l'assoluta mancanza di resipiscenza".

"Domenico e Vitantonio Iovine", dice in una nota il loro legale l'avvocato Massimo Biffa, "si dichiarano estranei ai fatti e negano di essere stati presenti sui luoghi ove è iniziata e si è poi consumata la tragedia. Uno di loro, peraltro, era addirittura fuori dal territorio regionale. A conforto della loro estraneità vi è il fatto che non sono stati nemmeno sentiti dall'autorità giudiziaria".

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