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Pedofilia, Padre Lombardi racconta la 'Glasnost anti-abusi'

10 febbraio 2019 | 15.16
LETTURA: 5 minuti

Immagine di repertorio (Ipa/Fotogramma)
Immagine di repertorio (Ipa/Fotogramma)

di Elena Davolio

Sulla piaga della pedofilia "ci sono ancora tanti vescovi in diverse parti del mondo che si sentono confusi e non hanno un'idea precisa di come affrontarla. Il summit, passo di un processo ancora lungo, contribuirà a fare sì che tutti, vescovi ma anche il 'popolo di Dio', come dice il Papa, crescano in coscienza e consapevolezza nella denuncia degli abusi ma anche nella prevenzione". Padre Federico Lombardi, già portavoce del Vaticano, è stato scelto dal Papa come coordinatore del summit che si svolgerà in Vaticano dal 21 al 24 febbraio prossimi con i capi della Chiesa cattolica. In una intervista all'Adnkronos spiega che cosa cambierà, ricordando che sugli abusi la Chiesa con il vertice "non partirà da zero" ma ovviamente non potrà "risolvere tutto in quattro giorni".

"Il Papa ha spiegato in modo chiaro che il vertice sarà un importante momento catechetico. L'importante - annota Lombardi - è che cresca la consapevolezza non solo tra i vescovi delle aree dove questi problemi si sono posti ma che diventi diffusa tra tutti i vescovi del mondo perché la pedofilia non è un problema locale ma è presente in tutte le culture e parti del mondo".

"Sarà importante - dice Lombardi - che tutti i rappresentanti della Chiesa cattolica abbiano una coscienza comune e chiara di come si affronta il problema, quali procedure adottare, a chi chiedere aiuto o consiglio se ne hanno bisogno. E che il tutto venga affrontato insieme. Che si capisca senza più incertezze che il punto di partenza è la sofferenza delle vittime e la loro cura e non la protezione delle istituzioni con il rischio di mantenere una cultura del nascondimento, cosa che è avvenuta e a volte avviene ancora in maniera grave anche nella Chiesa, oltre che in altri ambienti della società. Il summit insomma darà il corretto approccio per non coprire mai più gli scandali".

La quattro giorni voluta con forza dal Papa sarà una sorta di nuova 'Glasnost' della Chiesa? "La trasparenza è uno degli aspetti. Si può essere responsabile - osserva padre Lombardi - se anche il popolo di Dio sa come fare per affrontare i rischi, i crimini che sono avvenuti. E' necessario che la gente che ha dei sospetti fondati, che sa che è successo un fatto grave, sappia dove e a chi possa rivolgersi. La trasparenza non va intesa solo come il riconoscere che ci sono stati errori ma anche nel senso di fare conoscere come aiutare. Da qui la necessità di linee guida in cui si dica con chiarezza a chi va formalizzata la denuncia".

Punto "fondamentale" l'ascolto delle vittime: "Chi arriva all'incontro, ci arriverà avendo ascoltato le vittime nei loro contesti, quindi sapendo per esperienza di che cosa si parla e come viene vissuto il problema da chi è stato abusato", ricorda padre Lombardi. Al summit, dato che è molto breve, come spiega l'ex portavoce del Vaticano, "verranno ascoltate alcune testimonianze" delle vittime "in video, e altre di persone durante la preghiera, ma in maniera molto riservata. Non si tratterà di momenti pubblici".

Nell'ambito di una "riflessione che cresce", al summit, come spiega Lombardi, si focalizzerà l'attenzione anche sulle norme giuridiche: "Tutto l'aspetto giuridico-canonico - ricorda padre Federico Lombardi - è stato precisato bene da Benedetto XVI. La sostanza è stabilita ma bisogna metterla in pratica". Al di là di possibili correttivi, "l'importante - annota padre Lombardi - è che si capisca come le norme vanno attuate e poi c'è l'aspetto della solidarietà tra i vescovi e le diocesi delle diverse parti del mondo in modo tale da aiutare a trovare soluzioni adeguate chi ha meno risorse non solo economiche ma anche di competenze".

Al summit sarà messa a fuoco anche la possibilità di organizzare delle task-force: "Un vescovo che si trova in difficoltà e non sa come organizzare il servizio di prevenzione deve poter chiedere un aiuto in un'ottica di protezione e prevenzione. Non basta fare giustizia per i crimini avvenuti ma bisogna fare di tutto per evitare che si ripetano".

In continuità con il pontificato di Ratzinger, che ha combattuto la piaga degli abusi del clero soprattutto attraverso le norme giuridiche e nei Paesi in cui si erano verificati casi di abusi, ora sotto il pontificato di Bergoglio, per dirla con Lombardi, si è "allargata la prospettiva e la questione abusi viene affrontata in maniera globale: la protezione dei minori è una dimensione della missione della Chiesa nella sua universalità".

Nella quattro giorni di convegno ci sarà anche un momento in cui la Chiesa farà 'mea culpa'. "La liturgia penitenziale - annota Lombardi - sarà occasione per i Pastori della Chiesa per pregare, dopo l'ascolto e la riflessione, davanti a Dio per convertirsi e rinnovarsi. Si chiederà perdono a Dio e alle comunità per gli errori fatti".

Chissà che al termine della quattro giorni di riflessione dei Pastori della Chiesa il Papa non decida di indirizzare un nuovo documento al 'popolo di Dio'. "La domenica il Papa farà un discorso finale nel quale tirerà le somme dell'incontro - spiega Lombardi -. Poi ci sarà il post summit in cui i vescovi, tornando nei loro Paesi, porteranno i frutti con una maggior consapevolezza sul da farsi, condividendoli con gli altri vescovi. Ma ci sarà anche la riflessione degli organizzatori con i responsabili della Curia romana per dare continuità alle proposte e portare avanti gli impulsi con decisione".

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