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Sanremo

"Canzoni col burka", sovranisti contro Mahmood

11 febbraio 2019 | 11.04
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Canzoni "col burka" che mettono "a rischio la tradizione musicale italiana". Alessandro Mahmood ha vinto il Festival di Sanremo da poco più di 48 ore e un'ondata di commenti continua a invadere la rete, fra sovranisti preoccupati per le sorti del Paese contro "l'islamizzazione forzata anche della musica" e veri e propri insulti dal tono apertamente razzista. A Mahmood, insomma, non si perdona la sua metà egiziana e gli utenti non fanno nulla per nasconderlo. E poco importa se il cantante sia italianissimo, nato a Milano da madre sarda.

Se da un lato si grida infatti al complotto - si parla di "festival pilotato" da "esponenti pidioti" per far vincere "l'extracomunitario" -, dall'altro c'è chi vorrebbe applicare la formula dei porti di salviniana memoria anche ai cantanti di Sanremo: "Perché - scrivono - non chiudere il festival agli stranieri, prima gli italiani". Del resto, spiegano, "arrivano primi da tutte le parti, ormai non ci sono più italiani veri che sappiano cantare...". L'importante, però, è avvertire il cantante: "Non basta essere nato in Italia per essere italiano! E' la mentalità che conta". E quale sarebbe la mentalità di Mahmood? Per alcuni la stessa "di ogni arabo di mer.." che vorrebbe "mettere Maometto al posto di Gesù".
Ma i commenti non si limitano di certo alla nazionalità del cantante: a tenere banco anche la presunta omosessualità dell'artista. Che però non ha mai fatto coming out: "Arabo musulmano e fro... Evviva il Festival della canzone italiana!", commentano sprezzanti, mentre lanciano l'avvertimento: "Ora prova a tornare al paese tuo e dire che ami gli uomini..sai a quelli quanto caz.. gli frega dei radical chic che ti hanno regalato Sanremo. Vai caro, e non tornare", il saluto finale.

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