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Ong Mediterranea: "Non è salvataggio ma cattura"

11 febbraio 2019 | 19.28
LETTURA: 2 minuti

Gommone recuperato dalla Guardia Costiera libica

(FOTOGRAMMA/IPA)
(FOTOGRAMMA/IPA)

"Gommone con 100 immigrati individuato e recuperato dalla Guardia Costiera libica". A informare con un tweet è il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che aggiunge come "tutti" siano "salvi" e "tornati da dove erano partiti". La richiesta d'aiuto era stata raccolta nel primo pomeriggio da 'Mediterranea Saving Humans' che parlava di una "barca in avaria, proveniente da Al Khoms" in Libia con "50-60 donne e 30 bambini a bordo. Il motore non funziona più".

L'Ong si dice però preoccupata. “Apprendiamo da fonti istituzionali italiane che la cosiddetta Guardia Costiera libica ha raggiunto il gommone in avaria e portato indietro le persone a bordo che avevano invece chiesto soccorso all’Europa" scrive in un comunicato la piattaforma delle associazioni italiane che con 'Nave Mare Jonio' si alterna nel Mediterraneo a 'Sea Watch' e 'Open Arms'. “Non ci tranquillizza affatto - prosegue - che la Guardia Costiera di Italia e Malta ‘appaltino’ il salvataggio dei naufraghi alla cosiddetta guardia costiera libica. Non vi sono le minime garanzie internazionali di rispetto dei diritti umani. Non sapremo mai se alcune di loro sono morte in questa operazione o abbandonate in mare ancora vive, come è successo in tanti interventi 'coordinati' dai libici. In ogni caso, non si tratta di un soccorso ma di una cattura".

“Decine di persone, tra cui donne incinte e bambini, tornano in quell’inferno chiamato Libia - conclude Mediterranea - dove l’Onu ha denunciato, nel suo rapporto di dicembre 2018, che 'inimmaginabili orrori', torture ed esecuzioni sommarie sono all’ordine del giorno".

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