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"Mafia sempre più giovane", allarme della Dia

13 febbraio 2019 | 16.41
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Lo evidenzia la Relazione al Parlamento sul primo semestre del 2018

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"Le mafie continuano ad avere 'capacità attrattiva' sulle giovani generazioni: non solo nel caso in cui esse siano espressione diretta delle famiglie, ma anche e soprattutto quando esse facciano parte di un bacino di reclutamento più generale da cui attingere manovalanza criminale". Lo evidenzia la Direzione investigativa antimafia nella Relazione al Parlamento sul primo semestre del 2018, che invita a riflettere "su cosa effettivamente sia la linfa delle mafie" e "comprendere le motivazioni che ancora oggi consentono alle mafie di alimentare le proprie fila, nonostante la forte azione repressiva dello Stato, sostenuta da una legislazione che resta all’avanguardia nel panorama internazionale".

La questione del coinvolgimento delle nuove generazioni, osserva la Dia, "se da una parte pone la questione della successione nella reggenza delle cosche, dall’altra non appare certamente disgiunta da una crisi sociale diffusa che, soprattutto nelle aree meridionali, non sembra offrire ai giovani valide alternative per una emancipazione dalla cultura mafiosa. D'altro canto, le evidenze investigative degli ultimi anni danno conto oltre che di una 'modernizzazione' delle strategie criminali, anche di un sensibile abbassamento dell’età di iniziazione mafiosa".

"In sintesi, le investigazioni giudiziarie, lette alla luce delle descritte elaborazioni, evidenziano come, negli ultimi anni - si legge nella relazione - i soggetti denunciati e arrestati per mafia, ricompresi nella fascia d’età tra i 18 e i 40 anni, abbiano assunto una dimensione sempre più consistente".

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