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Pedofilia

Reporter caso Spotlight: "Papa vuole affrontare il mostro"

22 febbraio 2019 | 13.33
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Intervista a Walter Robinson, firma del Boston Globe a capo del team che portò alla luce gli abusi dei sacerdoti sui minori nell'arcidiocesi di Boston

(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

di Mariagrazia Napolitano

Papa Francesco "vuole affrontare il mostro della pedofilia", nonostante possa essere indotto a esitare dinanzi alle resistenze di vescovi e cardinali a farsi giudicare dal "mondo secolare". In un’intervista all’Adnkronos Walter Robinson, il giornalista del Boston Globe a capo del team 'Spotlight' che portò alla luce gli abusi sui minori nell'arcidiocesi di Boston e le coperture di cui godettero i sacerdoti grazie all’arcivescovo Bernard Law, commenta l’impegno del Pontefice, che in Vaticano ha convocato un summit per affrontare l’argomento.

"E’ chiaro che il Papa vuole affrontare il mostro - ribadisce Robinson, impersonato nel film "Il caso Spotlight" da Michael Keaton - sebbene avesse potuto esitare, visto che così tanti vescovi non hanno alcuna voglia di essere giudicati dal mondo secolare, e ancora meno alcuni vescovi e cardinali vogliono essere ritenuti responsabili per le loro coperture, che naturalmente hanno favorito e reso possibili molti degli abusi".

L’editorialista del Boston Globe parla poi del legame tra omosessualità e abusi denunciato da alcuni critici di Bergoglio. "Sicuramente - sostiene - questo tema creerà problemi al Papa. Ma non dovrebbe: è appurato, sulla base di molti studi, che gli omosessuali non sono più o meno inclini degli eterosessuali ad abusare dei bambini. Come stabilito negli Stati Uniti, i ragazzi sono più facilmente vittime perché sono accessibili: quando un prete mostra interesse per un 13enne, è considerata una cosa positiva. Se un prete è interessato ad una ragazzina della stessa età, allora scatta l’allarme".  

Sul tema della lotta agli abusi sui minori il Papa, "nei suoi discorsi, a volte ha preso una posizione dura, ma ha anche ceduto alle pressioni interne vaticane, frustrando le riforme", sottolinea ancora Robinson. "Lui stesso - ricorda - ha difeso un vescovo cileno e ha accusato di calunnia le vittime. E nella sua stessa arcidiocesi di Buenos Aires non c’è ancora un reale resoconto dell’ampiezza degli abusi".

"Gli Stati Uniti - aggiunge Robinson all'Adnkronos - sono l'unico Paese dove sono state predisposte vere tutele, nonostante ci siano state lacune tali da poter concludere che molti vescovi non hanno ancora affrontato la questione seriamente. Ci sono ancora molte diocesi negli Stati Uniti - sottolinea, rispondendo alla domanda su cosa sia cambiato dopo l’inchiesta del quotidiano - che non hanno rivelato pienamente quanti preti hanno abusato di minori. Fino a quando questo non avverrà, negli Stati Uniti e nel mondo, queste ferite autoinflitte non potranno essere sanate".

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