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Caso Cucchi, le nuove carte del pm

27 febbraio 2019 | 11.54
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Per Giovanni Musanò i documenti fornirebbero le prove dei "falsi e delle omissioni" dell'allora Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma, falsi che avrebbero tratto in inganno anche l'ex ministro della Giustizia, Angelino Alfano

(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

Nelle nuove carte depositate dal pm Giovanni Musarò oggi in aula al processo Cucchi ci sono le prove dei "falsi e delle omissioni" dell'allora Comando Provinciale dei Carabinieri di Roma che hanno tratto in inganno anche l'ex ministro della Giustizia Angelino Alfano, che il 3 novembre 2009 in aula al Senato accusò implicitamente gli uomini della polizia penitenziaria. Lo ha detto lo stesso pm in aula spiegando come il "depistaggio" sul caso Cucchi sarebbe partito subito dopo un dispaccio d'agenzia del 26 ottobre 2009 "in cui il parlamentare Luigi Manconi denunciava che i genitori del ragazzo lo avevano visto dopo l’arresto senza segni in viso mentre il giorno dopo era tumefatto".

"Da quel momento da parte dei Carabinieri partono una serie di annotazioni falsificate e Alfano riferendo in Senato, sulla base di atti falsi, dichiarò il falso in aula, lanciando accuse alla polizia penitenziaria, quando ancora in Procura non c’era nulla contro la penitenziaria. Fino a quel giorno - ha ricordato il pm Musarò - il fascicolo era a carico di ignoti e solo dopo le parole di Alfano partirà l'indagine sui poliziotti". "Il fascicolo dei pm Barba e Loy sulla morte di Cucchi era in quel momento contro ignoti – ha ricordato Musarò - ma per un gioco del destino il 3 novembre del 2009, quando Alfano ha finito di rispondere all'interrogazione, nel pomeriggio compare davanti ai magistrati il detenuto gambiano Samura Yaya che riferisce di aver sentito nelle camere di sicurezza del tribunale una caduta di Cucchi. Dichiarazione – ha spiegato il pm - che è stata ritenuta inattendibile con sentenza definitiva".

"Qui - ha continuato Musarò annunciando un nuovo deposito di atti definiti di "straordinaria importanza" - si è giocata una partita truccata sulle spalle di una famiglia e ora è in gioco la credibilità di un sistema. Pensiamo finalmente di essere riusciti a capire cosa accadde nel 2009 sulla vicenda Cucchi, abbiamo documenti di straordinaria importanza, che per la prima volta fanno luce su quanto avvenne".

Altri falsi e circostanze "inquietanti" emergerebbero inoltre dalle nuove carte. "Fra la fine dell'ottobre e l'inizio del novembre 2009 in atti ufficiali interni all'Arma dei carabinieri compaiono già le conclusioni cui sarebbero pervenuti i medici legali nominati dalla procura di Roma sei mesi dopo", ha detto il pm illustrando il contenuto delle nuove carte.

"Già in quegli atti si diceva che non c'era un nesso di causalità tra le botte e la morte di Cucchi, che una delle fratture era risalente nel tempo e che i responsabili del decesso erano solo i medici. Tutto ciò era stato scritto non solo quando i consulenti erano ben lontani dal concludere il loro lavoro ma quando la procura doveva ancora nominarli. Questo lascia sconcertati", ha sottolineato Musarò ricordando come nelle informative dei carabinieri l'anemia messa a verbale da Cucchi diventa "anoressia" e si parla di un attacco di epilessia che il giovane geometra avrebbe avuto in caserma e che invece non c’è mai stato: "La circostanza è stata smontata in dibattimento", ha concluso Musarò parlando di dati "inquietanti".

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