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"Dammi l'Iban", audio choc del prete accusato di abusi

01 marzo 2019 | 15.04
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Una querela nei confronti di un sacerdote della diocesi di Lecce per presunti abusi sessuali ai danni di un ragazzino, che all’epoca dei fatti aveva nove anni, è stata depositata nei giorni scorsi attraverso la 'Rete L’abuso' e depositata attraverso i canali diplomatici. La vittima è attualmente residente all’estero. In un audio choc di una telefonata tra lo stesso sacerdote e la vittima, pubblicato sul sito della 'Rete L’abuso' che opera contro gli abusi sessuali da parte del clero, il prete ammette sostanzialmente gli abusi: "E' stato affetto, è stata natura, debolezza", risponde il prete, incalzato dalle domande del suo accusatore.

Non solo. Il prete offre soldi alla vittima: "Ti ho chiesto il codice Iban, se ti serve qualcosa". Alla fine della telefonata il prete chiama anche in causa il vescovo invitando l'uomo a chiamarlo. La stessa 'Rete L'Abuso' sottolinea che di fronte alla pubblicazione dell'audio, l’arcivescovo Michele Seccia ha preso le distanze: "Informato del caso all’indomani del suo insediamento a Lecce, avvenuto nel dicembre 2017 - sottolinea una nota dell'arcivescovo riportata dalla stessa Rete - ha immediatamente adottato nei confronti del sacerdote in questione tutti i provvedimenti cautelativi consentiti dalla normativa ecclesiastica vigente". "Insinuare il sospetto che l’arcivescovo - continua - venuto a conoscenza delle circostanze riferite nella telefonata, abbia anche solo tentato di coprire eventuali abusi, costituisce una grave distorsione della realtà". L'arcivescovo si riserva di adire le vie legali contro chi ha osato (o oserà) mettere in dubbio la sua correttezza.

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