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Roma

Il "patto scellerato" tra De Vito e Mezzacapo

20 marzo 2019 | 10.07
LETTURA: 5 minuti

Da un'intercettazione ambientale, in cui l'esponente 5 Stelle parla con l'avvocato Mezzacapo, per il gip Tomaselli emerge "con lampante evidenza la sussistenza di un vero e proprio sodalizio": i due "discutono dell'attuale congiuntura politica favorevole per massimizzare i loro profitti illeciti"

Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

"Va beh, ma distribuiamoceli questi". Marcello De Vito voleva incassare subito i soldi arrivati dal gruppo Toti e dall'immobiliarista Statuto nella società Mdl che aveva in comune che he finivano alla societa' Mdl, il cui titolare di fatto era l'avvocato Camillo Mezzacapo. E' quanto emerge da una intercettazione telefonica che compare nell'ordinanza del gip Maria Paola Tomaselli nell'ambito dell'indagine 'Congiunzione astrale' in cui sono finite in manette 4 persone tra cui presidente dell'assemblea capitolina. Mezzacapo però dice al presidente dell'assemblea capitolina di aspettare fino al termine del suo mandato elettorale: "Ma adesso non mi far toccare niente, lasciali lì... a fine man... quando tu finisci il mandato, io ci... se vuoi non ci mettiamo altro sopra se vuoi, eh. La chiudiamo, la distribuiamo, liquidi e sparisce tutta la proprietà, non c'è più niente e allora però questo lo devi fa' quando hai finito quella cosa". Per il gip, questa conversazione è "illuminante" perché dimostra "in modo inequivocabile il patto scellerato che lega De Vito a Mezzacapo, dando chiara dimostrazione di come le somme confluite nella società Mdl, formalmente riconducibili solo al secondo, siano invece anche del pubblico ufficiale che appare, peraltro, impaziente di entrarne in possesso". Un 'format riuscito' fino ad oggi, spiega il giudice, "grazie alla 'congiunzione astrale' e alla spregiudicatezza di chi ritiene, solo perché dotato di astratte credenziali sociali e/o professionali, di potersi muovere liberamente e impunemente in ambiti criminali".

"Ci rimangono due anni..." dice ancora Camillo Mezzacapo mentre si rivolgeva a Marcello De Vito in una delle intercettazioni cruciali richiamata più volte nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato dei due. "Noi... Marce' - dice Mezzacapo a De Vito, dopo aver fatto riferimento alla 'congiunzione astrale' verificatasi grazie alla presenza del M5S al governo nazionale e di Roma - dobbiamo sfruttarla 'sta cosa, secondo me, cioè guarda (...) ci rimangono due anni... ci rimangono due anni". I due "discutono dell'attuale congiuntura politica favorevole per massimizzare i loro profitti illeciti e si esprimono in termini assolutamente espliciti".

Per il gip, Mezzacapo "assume qui il ruolo di vero e proprio procuratore del pubblico ufficiale, rappresenta all'esponente grillino come la situazione debba essere sfruttata al massimo in ragione della rilevante circostanza che il suo potere di influenza e di intervento già consistente in virtù dell'incarico rivestito nonché della risalente appartenenza alla parte politica che ha espresso il sindaco di Roma Capitale, siano notevolmente amplificati per il fatto che il Movimento risulta essere non più solo al governo della città ma al governo del Paese. Orbene tale favorevole congiuntura astrale viene paragonata da Mezzacapo alla cometa di Halley presentando una serie di eventi difficilmente riproponibile e quindi un'occasione da non perdere".

"Non solo - prosegue il gip - vi è la determinazione a sfruttare il ruolo pubblico di De Vito per fini privatistici e per ottenere lauti guadagni con un atteggiamento e delle modalità assolutamente analoghe a quelle di una logica imprenditoriale ma vi è anche una sorta di autopromozione delle attività criminali che secondo gli interlocutori devono intensificarsi quanto più possibile in ragione dell'elevato valore commerciale che la funzione svolta da De Vito ha assunto in relazione alle responsabilità di governo che il Movimento 5 Stelle ha sia a livello comunale che nazionale" scrive il gip.

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