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Imane, la cena e i sospetti

20 marzo 2019 | 14.48
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La modella, teste chiave del processo Ruby, svelò ai parenti il possibile sospetto

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Imane Fadil svelò ai parenti con chi cenò le sere precedenti il suo ricovero e dunque chi, a suo dire, potrebbe aver avuto un ipotetico ruolo nel suo decesso. E' quanto viene confermato da fonti qualificate. Un'ipotesi di omicidio al momento non comprovata dai diversi accertamenti medici e su cui in procura invitano alla prudenza, dato che non è possibile datare con precisione né quando la testimone chiave dei processi Ruby si sia sentita male né se eventuali sostanze assunte a sua insaputa abbiano avuto un ruolo nella morte.

La giovane è stata ricoverata lo scorso 29 gennaio all'Humanitas, dove è deceduta l'1 marzo. Scartata l'ipotesi di avvelenamento da arsenico e della malattia autoimmune (Lupus), proseguono gli accertamenti per capire la causa della morte, dopo che sono stati trovati dei livelli sospetti di metalli pesanti nel sangue e nelle urine. Gli investigatori, nei giorni scorsi, hanno controllato chat e telefonate di Imane; ai parenti e agli amici è stato invece chiesto di ricostruire le ultime giornate della 34enne ex marocchina. Dati su cui gli inquirenti mantengono il riserbo.

Intanto, non si fermano le analisi per capire le cause sulla morte dell'ex modella. In mattinata un pool di esperti nominati dalla procura di Milano, titolare dell'inchiesta per omicidio volontario contro ignoti, coordinati dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo ha fatto una riunione per capire come procedere rispetto alle tre possibili ipotesi: morte per avvelenamento, da radioattività o per malattia rara.

Da quanto si apprende da fonti qualificate, bisognerà attendere domani pomeriggio per avere i primi risultati sull'eventuale presenza di radioattività nel corpo di Imane. Dopo i primi rilievi sugli organi interni, quelli che tecnicamente vengono chiamati carotaggi, i consulenti della procura e gli esperti di medicina legale forniranno ai pm titolari dell'inchiesta, Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, i primi risultati. Le prime analisi su sangue e urine dell'ex modella hanno dato valori anomali rispetto alla presenza di alcuni metalli pesanti.

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