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Giulia Ligresti assolta, 'la verità dopo 6 anni'

01 aprile 2019 | 16.34
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La Corte d'Appello di Milano revoca il patteggiamento e la proscioglie

(Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Giulia Ligresti non ha commesso nessun reato. I giudici della corte d’Appello di Milano hanno accolto la richiesta avanzata dai difensori Gian Luigi Tizzoni e Davide Sangiorgio di revisione della sentenza definita, nel 2013 a Torino, con un patteggiamento a due anni e otto mesi per aggiotaggio e false comunicazioni sociali riguardo al bilancio 2010 della compagnia assicuratrice Fonsai. Una possibilità offerta dopo che la sentenza di assoluzione, per gli stessi fatti, nei confronti del fratello Paolo è diventata definitiva rendendo "inconciliabile" le due sentenze.

"Finalmente dopo più di sei anni, si è arrivati alla verità. E stata durissima -dice all'Adnkronos, Giulia Ligresti -, ma non ho mai smesso di lottare e di avere fiducia nella giustizia, nonostante sia stata messa in carcere, con tutto ciò che ne consegue, da innocente". La richiesta di sospensione della pena già accolta a novembre dalla stessa Corte d'appello di Milano le aveva permesso di lasciare San Vittore dopo tre settimane dietro le sbarre. Oggi i giudici della quinta sezione penale entrano nel merito revocando il patteggiamento e decidendo per il proscioglimento. La revisione consente all’imputata di riottenere anche 20mila euro, cifra pagata come multa.

"Siamo soddisfatti per la sentenza - le parole dei legali Tizzoni e Sangiorgio -. Oggi si sancisce con ritardo e si rimarca, che non ci fu nessun crac di Fonsai e nessuna responsabilità da parte della famiglia Ligresti. La sentenza di oggi che restituisce piena dignità a Giulia Ligresti recente bersaglio di falsi scoop e di una ingiusta carcerazione ristabilisce la verità su un'operazione finanziaria la cui reale storia inizia finalmente ad essere scritta".

La figlia dell'immobiliarista Salvatore, morto a maggio, era finita in carcere il 19 ottobre scorso dopo che il giudice del tribunale di sorveglianza di Torino aveva respinto la proposta di un percorso di messa alla prova alternativo alla detenzione rendendo così efficace, dopo cinque anni, il patteggiamento. Giulia Ligresti era già stata arrestata il 17 luglio 2013 insieme alla sorella Jonella e al padre con l’accusa di aggiotaggio e falso in bilancio di Fonsai. Dopo circa un mese (28 agosto) con una perizia medica, aveva ottenuto di poter lasciare il carcere di Vercelli e attendere ai domiciliari il processo.

L'allora ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri fu travolta dalle polemiche per essersi interessata del caso. E nuove discussioni aveva sollevato la ricostruzione giornalistica - sempre smentita dalla difesa e dall’ordinanza di Torino - che l'imprenditrice avesse chiesto di fare la 'pr' per il suo percorso di messa alla prova. Dopo sei anni di inchiesta e circa due mesi complessivi in carcere, si chiude così la lunga e complicata storia giudiziaria di Giulia Ligresti la cui fedina penale torna immacolata, anzi potrebbe chiedere un risarcimento per ingiusta detenzione.

"Troppo spesso, in nome della giustizia, si commette la più grande delle ingiustizie: togliere la libertà ad un innocente e abbandonarlo alla gogna mediatica. Ringrazio i miei avvocati, i miei figli, la mia famiglia e tutti gli amici che non mi hanno mai fatto sentire sola in questa difficile battaglia. Un pensiero va anche a tutti coloro che in Italia e all’estero - conclude Giulia Ligresti - subiscono ogni anno la violenza del carcere da innocenti".

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