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Sesso con l'alunno, 31enne interrogata

02 aprile 2019 | 14.40
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La donna "ha chiarito la propria versione dei fatti non modificandola". Il procuratore chiede l'incidente probatorio per il 15enne

(Fotogramma)
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Interrogatorio di garanzia per la 31enne pratese, operatrice sociosanitaria in una casa di riposo, che ha avuto una relazione sessuale con un minorenne, oggi 15enne, a cui dava ripetizioni e da cui ha avuto un figlio 7 mesi fa. La donna finita agli arresti domiciliari con le accuse di atti sessuali con minore e violenza sessuale per induzione, ha risposto alle domande del gip del Tribunale di Prato. Lo hanno riferito ai giornalisti, al termine dell'interrogatorio, durato oltre due ore, i difensori dell'indagata, gli avvocati Mattia Alfano e Massimo Nistri. Il procuratore capo della Repubblica di Prato, Giuseppe Nicolosi, ha intanto presentato al gip del Tribunale la richiesta di incidente probatorio per cristallizzare le dichiarazioni del ragazzo.

"La signora ha chiarito la propria versione dei fatti non modificandola, ha fornito spiegazioni al gip e ha risposto a tutte le sue domande", hanno detto gli avvocati. I legali della donna hanno spiegato di non aver depositato al gip richiesta di revoca della misura di custodia cautelare, presentata invece nei giorni scorsi al Tribunale del Riesame.

L'indagine era stata avviata l'8 marzo scorso in seguito alla denuncia presentata dai genitori del ragazzo ai quali il figlio, che era apparso strano e depresso, aveva raccontato della relazione con la donna e di essere il padre del neonato che la sua insegnante di ripetizioni aveva partorito pochi mesi prima. Paternità poi confermata dall'esito del test del Dna sul bambino. Secondo l'accusa, la donna, che ha più del doppio degli anni del suo ex allievo, è sposata e aveva già un altro figlio, avrebbe avuto i primi rapporti sessuali con il minorenne quando questo non aveva ancora compiuto 14 anni.

L'indagata, nei giorni scorsi, aveva reso dichiarazioni spontanee davanti al procuratore Nicolosi e ai due sostituti Gestri e Boscagli, ammettendo, come rilevato nell'ordinanza della misura cautelare, di aver avuto la relazione col ragazzo, ma assicurando che i primi rapporti sessuali erano stati consumati dopo che lui aveva compiuto 14 anni.

Anche il marito della donna è indagato per il reato di alterazione di stato, che si applica a chi modifica lo stato civile di un neonato. Secondo la procura di Prato, infatti, l'uomo avrebbe riconosciuto il neonato alterandone lo stato civile in maniera consapevole pur sapendo che il bimbo dato alla luce dalla moglie non era suo figlio.

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