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Sciopero generale scuola il 17 maggio

04 aprile 2019 | 16.48
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(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

Sciopero generale del comparto istruzione e ricerca il prossimo 17 maggio. Ad annunciarlo i sindacati di categoria, Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal, Gilda Unams dopo l’incontro che si è svolto oggi al Ministero del Lavoro, dal quale, scrivono "non sono emersi elementi che consentano di ritenere concluso positivamente il tentativo di conciliazione".

"Nessuna risposta di merito - sottolineano in una nota congiunta - è venuta alle richieste avanzate dalle organizzazioni sindacali del comparto istruzione e ricerca, non essendovi stata peraltro la possibilità di procedere a un approfondito esame delle questioni oggetto della mobilitazione. Le cinque organizzazioni sindacali prendono atto dell’annunciata apertura, a partire da lunedì 8 aprile - data nella quale è previsto l’incontro con il Ministro - di un tavolo di confronto al massimo livello politico del Miur, proposta rispetto alla quale affermano piena disponibilità perché rispondente a un’esigenza da tempo rappresentata, ma confermano, in assenza di impegni puntualmente riscontrabili, la volontà di procedere alla proclamazione di iniziative di lotta articolate in astensione dalle attività non obbligatorie e in uno sciopero generale di tutti i lavoratori del comparto istruzione e ricerca per l’intera giornata del 17 maggio 2019".

Anche l'Unicobas aderisce allo sciopero del comparto scuola e università proclamato oggi. “Per noi – sottolinea Stefano d’Errico segretario nazionale Unicobas - quello del 17 maggio sarà il secondo sciopero contro la regionalizzazione, dopo il primo del 27 febbraio: siamo molto soddisfatti che su un tema di questa importanza si sia riusciti finalmente ad arrivare a una azione unitaria come noi auspichiamo da tempo”.

“E’ del tutto chiaro – aggiunge d’Errico – che con l’avvio della regionalizzazione il Governo ha perso ogni credito nei confronti del mondo della scuola, anche perché un progetto del genere provocherebbe un vero e proprio terremoto nel sistema scolastico italiano che ne uscirebbe definitivamente sconvolto”.

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