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Omofobia

Pillon condannato per diffamazione

11 aprile 2019 | 16.40
LETTURA: 4 minuti

1.500 euro di multa per il leghista, condannato anche al risarcimento dei danni a favore delle parti civili per trentamila euro. Per il senatore "difendere le famiglie dall'indottrinamento costa caro". E annuncia il ricorso

(Foto AdnKronos)
(Foto AdnKronos)

dall'inviata Silvia Mancinelli
Condannato per diffamazione e a 1500 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali, il senatore leghista Simone Pillon, imputato a Perugia. L'esponente del Carroccio è stato inoltre condannato al risarcimento dei danni a favore delle parti civili: diecimila euro per Michele Mommi, e 20mila euro per Omphalos, associazione Lgbt di Perugia affiliata ad Arcigay.

"Ripeterei tutto quello che ho detto". L'avvocato Pillon è serio e deciso quando, ascoltata la sentenza di condanna nell’aula E del tribunale di Perugia, ribadisce il proprio diritto alla libertà di pensiero e parola. Ha lasciato a casa il solito papillon al quale oggi, per sedere davanti al giudice monocratico Matteo Cavedoni, ha preferito una cravatta. Infila frettolosamente un basco per ripararsi dalla pioggia battente e chiosa: "Se difendere le famiglie che non vogliono che i loro figli siano indottrinati con il gender porta a queste conseguenze, c’é un problema serio di libertà d’opinione nel nostro Paese".

"Difendere le famiglie dall’indottrinamento costa caro. E' il primo grado, non è la sentenza definitiva. Ci sarà lo spazio per l’appello e la Cassazione. Certo è che se difendere le famiglie che non vogliono che i loro figli siano indottrinati con il gender porta a queste conseguenze penso ci sia un problema serio di libertà d'opinione nel nostro Paese. Rifarei tutto, assolutamente sì", il commento all'Adnkronos del leghista.

A trascinare sul banco degli imputati Pillon, esponente del Forum famiglie, è Omphalos per i commenti su una assemblea tenuta dagli esponenti dell’associazione Lgbti ritenuti "offensivi" e "denigratori". Pietra dello scandalo un video girato ad Ascoli a novembre del 2014 e postato su YouTube, dove è tuttora visibile. Pillon parla ironicamente del convegno che Omphalos ha tenuto nel liceo scientifico 'Alessi' di Perugia un anno e mezzo prima, ad aprile del 2012.

È un estratto del suo intervento, ha ricordato in aula il suo avvocato Laura Modena, nel quale scherza con i presenti riguardo l’ambiguità dei volantini distribuiti agli studenti in quell’occasione. "In un convegno sulla lotta al bullismo omofobico hanno insegnato ai ragazzi come si fa a fare l’amore, spiegando che servono o due maschi o due femmine, non è possibile fare diversamente", diceva Pillon al Forum delle famiglie. Parole frammentate, rispetto al discorso integrale, che vanno contestualizzate, come precisato dai legali del senatore. "Ognuno ha diritto ad avere le proprie idee, in quel convegno si è parlato di rapporti sessuali tra omosessuali, di pratiche per eccitare il proprio partner, di sex toys, argomenti che nulla hanno a che vedere con il bullismo omofobico", ha incalzato l’avvocato Modena.

Non è bastato al giudice. La difesa di Omphalos, riprendendo le parole pronunciate in aula dal legale Saschia Soli, ha puntato il dito contro il "limite della verità calpestato". È dunque diffamazione, con una multa di 1500€ e un risarcimento complessivo da liquidarsi in sede civile di 30000€, 40000 in meno rispetto a quelli chiesti dall’associazione Lgbti. "È il primo grado, non è la sentenza definitiva. Ci sarà lo spazio per l’appello e la Cassazione" ha detto, lasciando il tribunale, Pillon.

"Giustizia è fatta nei confronti di un personaggio che ha fatto dell’odio nei confronti delle persone omosessuali e transessuali la sua ragione di battaglia politica", commenta soddisfatto Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos Lgbti, dopo la sentenza. "Annunciamo sin da ora che utilizzeremo ogni centesimo del risarcimento per incrementare le iniziative contro il bullismo omofobico nelle scuole - aggiunge Bucaioni - piaga sociale che necessita di sempre maggiore attenzione. Non possiamo non far notare a quanti, a Perugia con Pillon e a livello nazionale con Salvini, hanno stretto un’alleanza politica, che l’odio e le campagne false e diffamatorie nei confronti del prezioso lavoro delle associazioni Lgbti non pagano e che queste alleanze qualificano le proprie proposte".

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