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Caso Corazzin, slitta udienza su archiviazione

12 aprile 2019 | 15.12
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(foto dal sito di 'Chi l'ha visto?')
(foto dal sito di 'Chi l'ha visto?')

di Sara Di Sciullo

Slitta la decisione sull'archiviazione o meno dell'inchiesta sul caso di Rossella Corazzin, la ragazza di 17 anni di San Vito al Tagliamento scomparsa nel nulla il 21 agosto del 1975 a Tai di Cadore (Belluno) dove era in vacanza insieme ai genitori. L'udienza davanti al giudice delle indagini preliminari di Perugia è stata rinviata al 5 luglio: tutto nasce dalle rivelazioni di Angelo Izzo, uno dei mostri del Circeo, che tirò in ballo una decina di persone, tra le quali gli stessi responsabili, la notte tra il 29 e il 30 settembre 1975, dell'omicidio di Rosaria Lopez e delle sevizie all'amica Donatella Colasanti che riuscì a salvarsi solo facendosi credere morta.

Il gip avrebbe dovuto decidere se accogliere o meno la richiesta di archiviazione avanzata dalla procura, che ritiene Izzo inattendibile, mentre l'avvocato Antonio Maria La Scala, legale della zia della ragazza, Giuseppina Trevisan, si è opposto all'archiviazione chiedendo al gip di formulare un'imputazione coatta oppure di proseguire le indagini. "Per un difetto di notifica legato alla morte di uno dei co-indagati l'udienza è stata rinviata al 5 luglio", riferisce all'Adnkronos lo stesso La Scala.

L'udienza di oggi tuttavia, secondo La Scala, ha avuto la sua importanza perché "i difensori di Izzo hanno detto al gip che il loro assistito vuole essere ascoltato per ribadire la sua verità e vuole che il processo si faccia".

L'avvocato, pur rendendosi conto che sono passati 44 anni dalla scomparsa di Rossella e che Izzo viene ritenuto inattendibile dalla procura, ritiene che comunque vada sentito: "Togliamoci l'ultimo sassolino dalla scarpa, ascoltiamolo - conclude La Scala -. Non tanto per lo stupro, perché il reato è prescritto, ma per l'omicidio e l'occultamento di cadavere, reati che non si prescrivono".

Furono alcune dichiarazioni dello stesso Izzo, che si trova ancora in carcere dopo la condanna all'ergastolo per il duplice omicidio avvenuto nel 2005 a Ferrazzano durante un permesso, a far riaprire il caso Corazzin da parte della procura di Belluno. Secondo il versione di Izzo la 17enne sarebbe stata sequestrata e portata sul lago Trasimeno (Perugia), violentata e uccisa. Un giallo che, sempre secondo Izzo, si intreccerebbe con quello del mostro di Firenze perché il presunto omicidio della 17enne sarebbe avvenuto nella villa appartenuta alla famiglia di Francesco Narducci, il medico legato ai misteri del mostro.

Gli atti furono trasmessi dalla procura di Belluno a Perugia, competente per territorio. Nel capoluogo umbro sono state aperte due inchieste: una prima indagine era stata già archiviata. Le dichiarazioni di Izzo non sarebbero state ritenute attendibili e non ci sarebbero stati elementi utili per proseguire negli accertamenti. Su questa seconda indagine la procura ha richiesto l'archiviazione, ma l'avvocato La Scala ha presentato opposizione chiedendo di non accogliere la richiesta e di formulare un'imputazione coatta oppure di proseguire le indagini. Per i famigliari di Rossella ancora tre mesi di agonia, fino al 5 luglio, per sapere se anche su questa indagine sarà messa o meno la parola fine.

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