La spedizione punitiva in pieno stile Gomorra tra Castelnuovo di Porto e Capena
di Silvia Mancinelli
Il raid pochi minuti dopo la mezzanotte. Luca e Giulia (i nomi sono di fantasia per tutelare l'identità dei due ragazzi di 20 e 18 anni) sono uno accanto all'altra davanti al forno tra via Flaminia e via Montefiore, a Castelnuovo di Porto. Aspettano i cornetti mentre una Fiat 500 arriva a folle velocità nel parcheggio. Luca fa appena in tempo a realizzare, la macchina punta dritto a lui che con la mano riesce a far leva sul cofano per buttarsi di lato. Giulia è paralizzata dallo spavento, Luca a terra quando i due ragazzi a bordo dell'auto impazzita scendono per raggiungerlo. "Mi hanno detto che te la spassi con la mia ex" dice il 20enne, prima al volante, al ragazzo ancora tramortito: Giulia non riesce a frenarlo, prova appena ad aprire bocca quando il suo ex ragazzo carica a bordo della 500 Luca, con il quale si vede da poco più di una settimana, insieme al complice 21enne che ha ingaggiato proprio in vista della spedizione punitiva.
Una scena lunghissima, violenta, consumata di notte tra Castelnuovo di Porto e Capena in pieno stile Gomorra, come avranno poi modo di commentare gli stessi investigatori. Dieci minuti più tardi è Giulia a trovare la forza di chiamare il 112, seppur tra i singhiozzi e le lacrime. I carabinieri di Bracciano iniziano le ricerche battendo palmo a palmo la zona. Nel frattempo il viaggio della 500 si interrompe in una strada deserta al confine con Capena. I sedili posteriori dove Luca è stato fatto salire sono intrisi di sangue, ma le minacce durante il tragitto anticipano ben altra violenza. Il 20enne viene fatto scendere nello sterrato e lì insultato, colpito con pugni e calci ripetuti alla testa. "Che ci devo fare con te?" gli chiede l'ex della ragazza prima di abbandonarlo lì, ormai ridotto a una maschera di sangue, senza cellulare.
Fuggiti a tutta velocità, i due amici, entrambi studenti romani come Luca e Giulia e noti alla giustizia per lesioni personali, sono stati rintracciati dai carabinieri in un car wash di Capena dove erano andati per lavare via le tracce di sangue che già avevano macchiato i vestiti di uno dei due aggressori, inutilmente lavate via dalla felpa ancora bagnata trovata nella stessa auto. "Non lo conosciamo, non siamo stati noi" hanno detto fino all'ultimo i due ventenni anche di fronte ai fatti.
Certi, forse, del terrore di Luca che, finalmente trovato da una pattuglia, inizialmente ha negato per timore di una nuova e più crudele vendetta. Portato all'ospedale Sant’Andrea di Roma, è stato ricoverato per traumi facciali con frattura del naso e trauma cranico. In casa dell'ex fidanzato della 18enne i carabinieri hanno poi trovato molti coltelli, armi giocattolo, 100 grammi di cocaina e 60 di marijuana che gli sono costati anche l'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti oltre a quelle comuni al suo amico e complice di sequestro di persona, lesioni gravi e rapina.