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Ex ad Ama: "Ecco perché ho registrato Raggi"

20 aprile 2019 | 08.51
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Il direttore generale del Campidoglio Giampaoletti: "Se Bagnacani ha registrato le nostre conversazioni tiri fuori gli audio"

(FOTOGRAMMA)
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"Ho cominciato a registrare" i colloqui con la sindaca Virginia Raggi, "quando ho avuto timore di illeciti. Me lo hanno consigliato gli avvocati, per tutelarmi. Volevano farmi entrare in un tunnel di fatti abnormi, gravissimi". Così l’ex numero uno di Ama, Lorenzo Bagnacani, in un’intervista a 'Il Messaggero'. "La Raggi racconta che volevo chiudere il bilancio in attivo per incassare i premi ma è falso. E’ stata informata male - aggiunge -, eventuali premi del mio compenso erano legati al Mol", il margine operativo lordo.

In merito al fatto che il presidente del Collegio sindacale cambiò parere sul bilancio dopo aver preso un caffè con il direttore generale del Campidoglio, Franco Giampaoletti, l’ex ad di Ama dice: "Sì, è anche negli atti del Cda. Le dirò di più, anche a me la sindaca Raggi disse di andare a prendere un caffè con Giampaoletti. Risposi che ero pronto a qualsiasi confronto ma in una sede ufficiale - sottolinea Bagnacani -. Mi colpì la replica della sindaca: 'no, devi incontrarlo informalmente'".

GIAMPAOLETTI - Dalle pagine del 'Corriere della Sera' arrivano poi le parole di Giampaoletti: "Se Bagnacani ha registrato le nostre conversazioni tiri fuori gli audio, ma tutti e subito, altrimenti millanta" afferma in un'intervista. Cosa potrebbe esserci nelle registrazioni? "Al massimo qualche parolaccia... Ribadisco: se qualcuno ha qualcosa da contestare lo faccia subito".

Quanto alle affermazioni della sindaca Raggi registrate da Bagnacani, il dg del Comune afferma: "L'estrapolazione di un frammento da un colloquio più ampio fa assumere a quelle parole una connotazione diversa. E poi se uno viene nel suo ufficio con il registratore in tasca, è probabile che voglia provocare in lei una reazione consistente. Fossi stato io al posto di Raggi, avrei fatto molto peggio".

In merito, infine, alle presunte pressioni della sindaca con l'ad affinché modificasse il bilancio di Ama, Giampaoletti conclude: "La forzatura, semmai, è stata di Ama nell'iscrivere a bilancio un credito sul quale il Comune si è espresso più volte, ribadendo che non glielo avrebbe riconosciuto. Se millanti al mercato 18 milioni che non hai, il socio ha il dovere di esercitare il suo potere di controllo e chiederti di operare nel perimetro di legge".

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