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Trenta: "Inquietanti richiami a regimi nefandi"

24 aprile 2019 | 15.42
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La ministra della Difesa in occasione della cerimonia di conferimento delle medaglie al valor militare: "Non tutte le conquiste, così duramente pagate, sono definitivamente al sicuro"

“Non sono fatti lontani quelli compresi fra l'otto settembre 1943 e il venticinque aprile 1945. Non tutto è risolto e non tutte le conquiste, così duramente pagate, sono definitivamente al sicuro”. Lo ha affermato la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, nel discorso tenuto in occasione della cerimonia di conferimento delle medaglie al valor militare per la guerra di Liberazione, compresa una medaglia d'oro al valor militare alla città di Roma.

“Ci inquietano i richiami, troppo frequenti, ai simboli di regimi nefandi, o la fascinazione per i moderni autoritarismi, - ha evidenziato Trenta - che non possono essere confusi con forme più efficienti di democrazia, ma sono al contrario inganni per svuotare la democrazia di ogni valore e significato autentico”. “Se oggi ricordiamo, non è dunque per agitare vanamente il nostro passato, ma per confermare solennemente una promessa: quella di continuare a vivere e ad impegnarci per affermare i beni fondamentali della pace e della libertà, non solo per noi stessi e per i nostri figli ma anche per quei popoli che non possono goderne”, ha aggiunto.

"Noi italiani - ha detto ancora la ministra Trenta - abbiamo conosciuto per esperienza diretta cosa significhi la perdita della libertà, della democrazia, della sicurezza del nostro Paese. Per tale ragione i nostri militari in Italia, ma anche lontano da essa, insieme alle Forze armate di altri Paesi, amici e alleati, così come insieme alle Forze dell'ordine e di pubblica sicurezza, prestano quotidianamente il loro servizio alla collettività con disciplina e onore, come recita il loro giuramento. Degni eredi di quegli uomini che combatterono per la Resistenza e la guerra di Liberazione. Questo vuol dire essere italiani oggi: raccogliere la preziosa eredità di chi ci ha preceduto, di chi ha indicato la strada, scritto la nostra Costituzione, fecondato la nostra Repubblica. E questo - ha concluso Trenta - è il motivo per cui ogni anno sentiamo il bisogno, non il dovere, ma il bisogno, di riunirci e ricordare il sacrificio dei tanti italiani che hanno combattuto per la libertà del nostro Paese".

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