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Mafia: studenti ricordano La Torre, 'dobbiamo batterci per un'Italia libera dal pizzo'

30 aprile 2019 | 12.51
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La commemorazione di La Torre
La commemorazione di La Torre

"Dobbiamo combattere le nostre paure e batterci per un’Italia libera dalle organizzazioni criminali, libera dal pizzo e libera dall’omertà. Ogni cittadino deve saper riconoscere questo impegno come un diritto e un dovere civico e proseguire in questa ferma volontà che ha davanti a sé già un sentiero tracciato dagli uomini che sono stati uccisi per questo", così i giovani studenti dell'Iiss "Giuseppe Greggiati" di Ostiglia (Mantova) intervenuti nel corso della manifestazione in ricordo del 37° anniversario dell'uccisione di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, promossa dal Centro Studi Pio La Torre ed in corso di svolgimento presso il Cortile Maqueda di Palazzo dei Normanni a Palermo.

"La mafia oggi è sicuramente meno visibile rispetto agli anni caldi del recente passato, oggi si è inserita in contesti economici e politici con estrema destrezza, tanto da essere poco percepita. La Lombardia, la nostra regione, per esempio, è la quinta regione italiana per infiltrazioni mafiose, presenti soprattutto nel business del cemento e dello smaltimento dei rifiuti. La criminalità organizzata è ormai una metastasi diffusa su tutto il territorio nazionale. L’elemento chiave per combattere questo sistema è la conoscenza e quest’ultima inizia dai banchi di scuola ed ecco perché i giovani rappresentano il futuro di questa lotta".

"Non possiamo continuare ad illuderci che la mafia sia una realtà a noi estranea, relegata in specifici ambienti, ciò significherebbe abdicare all'impegno personale da cui ogni cittadino non deve e non può esimersi senza divenire complice della rete di paura, omertà e vile indifferenza su cui la mafia ha costruito il proprio potere". Questo l'invito lanciato dai giovani ragazzi del liceo "Vittorio Emanuele II" di Palermo. "Occorre tuttavia ricordare che tutti, nella nostra sfera d’azione, nel nostro piccolo, abbiamo il dovere di combattere la mafia, anche se possiamo poco, è necessario offrire il proprio contributo perché ognuno di noi è una tessera della storia che abbiamo il dovere di non sotterrare".

"La mafia, penetrata nel tessuto sociale e stratificatasi per anni in un contesto periferico in cui ha trovato terreno fertile, è diventata via via mal costume e come tale non ha avuto bisogno di manifestazioni eclatanti". Questa la testimonianza dei ragazzi dell'Iti "Michael Faraday" di Ostia (Roma). "Essa si è infiltrata piano piano tra l’indifferenza generale ed ha inquinato la città che si è abituata alla corruzione, all’immobilismo, all’omertà, al non vedere, al non sentire, al non denunciare, che ha visto crescere nuovi modelli vincenti in coloro che non rispettano le regole, negli arrampicatori sociali, negli opportunisti, nei corrotti. Le prime vittime di questo sistema malato sono i giovani, cui sono stati rubati i sogni, che respirano aria inquinata, che non riescono più a credere alla giustizia, alla correttezza, alla lealtà, all’onestà; chiusi in se stessi e cresciuti in un contesto malsano riproducono nella quotidianità scolastica e sociale questi modelli di comportamento, ritenendo giusti atteggiamenti astrattamente riprovevoli, ma che invece fanno parte della loro consuetudine di vita".

"L'eredità umana e politica di Pio La Torre è più che mai viva. Il suo esempio determina una presa di coscienza, conoscenza e partecipazione attiva sul territorio". Questo il messaggio dei ragazzi che prestano il servizio civile presso il Centro Pio La Torre. "Oggi che la mafia assume dei caratteri diversi, noi giovani generazioni non dobbiamo sicuramente dimenticare il passato e pensare che la mafia sia stata sconfitta, ma prenderci carico delle istanze di rivalsa nei confronti di un sistema che non ci appartiene. Inoltre il costante ricatto dell’instabilità economica, specialmente in Sicilia, dove la criminalità organizzata e l’assenza di reali investimenti nel mondo del lavoro, ha portato noi giovani ad un progressivo abbandono del nostro territorio. È necessario occuparsi della formazione, di cui noi giovani siamo parte attiva, e proporre nuove prospettive lavorative e sociali per invertire la rotta perseguita sino ad oggi".

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