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Stop a note e sospensioni alle elementari

02 maggio 2019 | 16.50
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A stabilirlo un emendamento al ddl che abroga una norma del 1928 che prevedeva queste punizioni. Il Miur: "Sanzioni allineate alla normativa sulla secondaria". Soddisfatti i presidi: "Norme anacronistiche". Ma c'è chi non è d'accordo: "Questa è la deriva"

Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Stop a note sul registro e a sospensioni per i bambini delle scuole elementari. A stabilirlo un emendamento al ddl che introduce l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole, con cui viene abrogata una norma del 1928 che prevedeva queste punizioni.
In particolare vengono abrogati gli articoli 412, 413 e 414 in cui si fa riferimento a mezzi disciplinari in caso di “mancanza grave” da parte degli alunni che vanno dalla nota sul registro con comunicazione scritta ai genitori, sospensione da scuola da uno a dieci giorni di lezione, esclusione eventuale dagli scrutini o esami, espulsione dalla scuola con perdita dell’anno scolastico.

"Si tratta di notizie infondate", sottolineano fonti Miur secondo cui le sanzioni "restano, ma all'interno di un quadro normativo attualizzato". "L'articolo 8 del disegno di legge,- relativo ai rapporti tra scuola e famiglia - spiega il Miur - non fa altro che estendere anche alla scuola primaria, infatti, il Patto educativo di corresponsabilità che già oggi disciplina, in maniera dettagliata e condivisa, i diritti e doveri degli studenti delle scuole secondarie nei confronti delle istituzioni scolastiche, comprese le relative sanzioni. Viene operato, dunque, un allineamento normativo in tutti gli ordini di scuola, con il conseguente superamento di alcune norme del passato". In particolare, prosegue il ministero, "come già avvenuto per la scuola secondaria, per la quale sono state abrogate, già nel 1998, le sanzioni previste da un Regio Decreto del 1925, vengono, conseguentemente abrogate, anche per la scuola primaria, le sanzioni previste da un Regio Decreto del 1928. Tali disposizioni erano peraltro già state di fatto superate dai regolamenti d'istituto previsti, per tutte le scuole di ogni ordine e grado, dal Testo Unico della scuola del 1994. Le sanzioni restano, ma all'interno di un quadro normativo attualizzato".

Soddisfatti i presidi. "L'abolizione delle sanzioni disciplinari, come note disciplinari o espulsioni dalla scuola per i bambini delle elementari è certamente una cosa positiva, essendo del resto ormai diventate forme di sanzioni anacronistiche. A quell'età tenuto conto delle caratteristiche psicologiche dei bambini, gli insegnanti devono soprattutto basarsi sul convincimento e portare i piccoli a riflettere sulle cose che fanno o dicono piuttosto che reprimere e basta, e per fortuna ormai da diversi anni le maestre preferiscono questo approccio pedagogico", afferma all'Adnkronos, Mario Rusconi, presidente dell'Anp Lazio. "Tuttavia - avverte - non abbassiamo la guardia su tutti quegli episodi di bullismo che ormai si verificano anche tra i banchi delle scuole elementari. In questo senso - sottolinea - l'impegno degli insegnanti è importante poiché oltre ad insegnare ed educare, come sentinelle devono riuscire a captare tutti quei micro-conflitti o episodi che nel tempo possono sfociare in veri e propri atti di violenza". Secondo Rusconi inoltre, "perché il lavoro fatto in questo senso dalla scuola non venga vanificato occorre che ci sia la piena collaborazione anche della famiglia e dei genitori. Tra l'altro - conclude - nei casi più gravi e quando gli adolescenti sono più piccoli di 14 anni sono proprio mamma e papà a rispondere direttamente. L'atto educativo della scuola oggi, come la storia ci insegna, si basa soprattutto sulla riflessione e sull'ascolto".

Ma non tutti sono d'accordo. "Questa è la deriva", dice Vittorio Lodolo D'Oria, esperto in bornout degli insegnanti e presidente dell'Associazione Famiglie numerose cattoliche. "Stiamo levando tutti gli strumenti educativi, anche le sanzioni. Ora sappiamo cosa non si deve fare con i bambini, ma non come comportarci con loro", sottolinea il medico. "'Carota e bastone' - afferma ancora con l'Adnkronos - hanno cresciuto generazioni perché amministrate saggiamente. Lasciare solo la carota porterà a educare nuove generazioni incapaci di tollerare frustrazioni, cioè degli infelici di fronte alle asperità della vita". "Oggi siamo al paradosso avendo invertito termini del problema: i genitori chiedono al figlio se la maestra si è comportata bene e non più viceversa - conclude Vittorio Lodolo D'Oria - Siamo di fronte a una rivoluzione culturale cinese 'soft' in cui l'alunno sale in cattedra e l'insegnante è sotto esame. Un '68 di ritorno in cui è sempre 'vietato vietare'".

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