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Stupro Viterbo, "consenziente? Uno schifo"

02 maggio 2019 | 17.48
LETTURA: 3 minuti

Il legale della 36enne rivela all'Adnkronos lo stato d'animo della vittima dopo aver appreso la notizia che i due arrestati hanno respinto le accuse. Gli inquirenti: "Filmati condivisi, anche con genitore, per esibire vittima come trofeo"

Riccardo Licci e Francesco Chiricozzi, indagati per lo stupro di una 36enne a Viterbo (Foto da Instagram/Francesco Chiricozzi)
Riccardo Licci e Francesco Chiricozzi, indagati per lo stupro di una 36enne a Viterbo (Foto da Instagram/Francesco Chiricozzi)

dall'inviata Sara Di Sciullo

"È uno schifo". Ancora sconvolta, la vittima 36enne del presunto stupro all'Old Manners di Viterbo avrebbe reagito così con il suo avvocato, a quanto riferisce lo stesso legale Franco Taurchini all'Adnkronos, dopo aver appreso che i due arrestati hanno respinto le accuse e parlato di un rapporto consenziente.

"Ha paura", continua l'avvocato, spiegando che la ragazza è ancora terrorizzata. Anche per questo Taurchini ritiene probabile che alla fine sarà svolto un incidente probatorio, iter previsto in casi simili, quando la vittima è particolarmente vulnerabile. "Vorrei tanto non se ne parlasse più", è il desiderio della 36enne scossa anche per il clamore mediatico che ha avuto il caso.

Non è escluso che possa essere chiesto l'incidente probatorio. Si tratta di una richiesta che la procura può avanzare in casi di presunta violenza sessuale come questo per ascoltare la parte offesa, particolarmente vulnerabile, e acquisire così il suo racconto.

La vittima ha riconosciuto i due indagati dalle foto degli album mostrati dagli investigatori, secondo quanto emerge dall'ordinanza del gip di Viterbo Rita Cialoni che ha portato alle misure cautelari nei confronti di Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci. La donna, scrive il gip, ha riconosciuto "senza dubbio alcuno" le immagini dei due.

Quattro foto ritraggono la vittima "inerme e apparentemente priva di sensi, completamente nuda e sdraiata sul pavimento", si evince ancora dall'ordinanza, dove si fa riferimento alle foto ritrovate nel cellulare di uno degli indagati. Ordinanza in cui si parla di "reiterati abusi sessuali posti in essere congiuntamente dagli indagati con atteggiamento sprezzante oltre che beffardo" intercalato da insulti. Le "aberranti immagini" della violenza sessuale di gruppo sono state condivise con terzi tramite WhatsApp, secondo quanto emerge. I messaggi pervenuti sull'utenza di Licci danno conto, secondo quanto rileva il gip, che le "aberranti immagini della violenza sessuale di gruppo" allo scopo di "schernire" la donna, esibendo come fosse un "trofeo tale scempio", erano state condivise con terzi, compreso il padre di Licci. Secondo quanto rileva l'ordinanza in chat ci si era solo preoccupati di "sollecitare l'immediata eliminazione delle immagini ritraenti la brutale violenza". 'Leva tutti i video, ci so le guardie al pub', così uno degli indagati veniva sollecitato in una chat in cui le immagini erano state condivise. In un altro passaggio si invita a cancellare la chat "che sto giro so ca... pe tutti", secondo quanto riporta l'ordinanza. Dal cellulare di Francesco Chiricozzi, secondo quanto si rileva, era stata cancellata l'applicazione WhatsApp con relativo contenuto così come l'hard disk del sistema di videosorveglianza esterna del pub.

La misura della custodia in carcere è del tutto proporzionata alla allarmante gravità dei fatti e alla pericolosità degli indagati, rileva l'ordinanza del gip di Viterbo secondo cui c'è stata da parte degli indagati una assenza di freni inibitori nonostante lo stato di semicoscienza della vittima.

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