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Siri, inchiesta su acquisto palazzina

06 maggio 2019 | 14.43
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Al momento senza ipotesi di reato, né indagati: al centro l'acquisto di un immobile a Bresso. Capo segreteria sottosegretario: "Pieno rispetto regole". Conte: "Al Consiglio dei ministri non andremo alla conta". Di Maio: "Sconsiglierei di arrivare al Cdm". Salvini: "Contestano mutuo? Reato di milioni di italiani"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

La Procura di Milano ha aperto un'inchiesta, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sul caso dell'acquisto da parte del sottosegretario Armando Siri di un immobile a Bresso, alle porte di Milano, attraverso un mutuo di 583mila euro acceso con una banca di San Marino. La vicenda, anticipata dal programma 'Report', riguarda l'acquisto di una palazzina attraverso un mutuo senza ipoteca. L'inchiesta è affidata al procuratore aggiunto di Milano, Fabio De Pasquale.

Stando a quanto si apprende, sabato scorso è arrivata in procura l'informativa del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza contenente la segnalazione dell'Unità di informazione finanziaria (Uif); De Pasquale potrà occuparsi direttamente dell'indagine oppure assegnarla a uno dei componenti del suo pool.

Il notaio che ha effettuato il rogito ha segnalato l'operazione sospetta all'Uif di Banca d'Italia, sollevando sospetti sulla provenienza del denaro. Il senatore leghista avrebbe intestato la proprietà - costituita da sette appartamenti, un negozio, un laboratorio e alcune cantine - alla figlia ma il denaro, come scritto nell'atto, sarebbe stato messo a disposizione dal padre, a titolo di liberalità, pertanto non soggetto all'imposta di donazione. Poi separatamente la giovane avrebbe firmato una procura irrevocabile al padre a vendere l'immobile a se stesso o a terzi. Un'accusa che Siri respinge sostenendo l'assoluta correttezza dell'acquisto.

"Posso solo ribadire che l'acquisto dell'immobile è stato perfezionato nella totale trasparenza e nel pieno rispetto delle regole" ha detto all'AdnKronos Marco Luca Perini, capo segreteria del sottosegretario leghista. "Mio padre ha agito in qualità di mediatore immobiliare con agenzia operante in Bresso e il sottoscritto ha acquistato una piccola porzione dell'unità immobiliare come investimento personale". A gestire l'acquisto della palazzina, come indicato da 'Report', è stata l'agenzia immobiliare di Policarpo Perini. E Marco Luca Perini difende la trasparenza del suo investimento: "Ogni documentazione attestante quanto sopra dichiarato sarà resa disponibile, qualora richiesta, alle autorità competenti". 

Intanto i difensori del sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri e dell'imprenditore Franco Arata hanno incontrato oggi in Procura a Roma  i magistrati capitolini titolari del procedimento che li vede accusati di corruzione. L'incontro è servito a definire le date per i  rispettivi interrogatori, previsti a breve.  Ad essere ascoltato per primo sarà Arata, accusato della "promessa o dazione" di 30mila euro all'esponente della Lega in cambio di un suo intervento per far inserire in provvedimenti normativi "emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto mini-eolico". Poi toccherà a Siri farsi ascoltare dai magistrati, non si sa ancora se rendendo con un interrogatorio o facendo solo dichiarazioni spontanee.  

DI MAIO - Sul caso Siri "io sconsiglierei di arrivare in consiglio dei ministri". Così il vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, a 'Povera patria', in onda questa sera su Rai 2, parlando del sottosegretario finito sotto indagine a Roma, per presunta corruzione. "Se fosse archiviato? Ne dovremmo parlare, è un problema in sé", aggiunge Di Maio, ribadendo la necessità delle dimissioni: "Abbiamo chiesto la stessa cosa per Castiglion del governo Renzi - ricorda - . Io, poi, De Vito l'ho messo fuori subito a Roma". Se mi fidassi di Siri direi resta al tuo posto", sottolinea ancora il capo politico dei 5 Stelle, che poi avverte come una eventuale assenza dei ministri leghisti in Cdm "non la prenderei come un sfiducia". "Inutile arrivare in Cdm per rimuovere il sottosegretario, e oggi - aggiunge - nasce una nuova indagine per un immobile, indagine sul fatto che da San Marino è arrivato un mutuo molto strano". "Se si dimetteva - conclude - questo casino per le poltrone si risolveva giorni fa. In Cdm, noi abbiamo nove ministri, io spero che non ci sia bisogno di votare, se la Lega vuole aprire una crisi di governo per un ministro indagato per corruzione lo faccia". "Se c'è un sottosegretario che ha favorito un 'prenditore', si deve mettere in panchina finché non sarà chiarita la sua posizione - aggiunge Di Maio -. Questa situazione si poteva risolvere prima, con le sue dimissioni, invece di portare a una baraonda che ora finirà in un modo: se non si dimette, mercoledì in Cdm si voterà e il M5s avrà la maggioranza assoluta". "Ma - avverte - dal giorno dopo non apriremo una crisi, noi vogliamo portare avanti quello che è nel contratto di governo". "Il governo del cambiamento deve fare meglio di quelli prima, altrimenti non è il governo del cambiamento". L'episodio di Siri, sottolinea Di Maio, "è odioso al di là del processo. Voleva proporre una legge per far accedere agli incentivi un'azienda che non ne aveva diritto. Questa è una cosa - continua - che abbiamo odiato per decenni, quella degli imprenditori senza santi in paradiso scavalcati dai furbi che avevano un sottosegretario che li favoriva. Non possiamo fare quello che facevano quelli prima, è così che hanno creato il debito", prosegue il vicepremier. "Grazie alla nostra legge - ricorda Di Maio - Formigoni è andato in galera. Non esulto, ma sapere che chi è condannato se ne va in cella e non nella sua villa ai domiciliari è un buon deterrente. Ma non basta una legge per dire che combatti la corruzione, per prima cosa si combatte con l'esempio", conclude Di Maio.

SALVINI . "A Siri contestano di avere un mutuo, allora è un reato che stanno compiendo milioni di italiani" ha detto il vicepremier Matteo Salvini, a margine del comizio di Salerno. "Io sono tranquillo, possono aprire tutte le inchieste che vogliono".

CONTE - Con riferimento al caso Siri - e in vista del Cdm di mercoledì - il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha confermato che "mercoledì mattina ci sarà il Consiglio dei ministri", sottolineando che "non andremo alla conta". "Non ho mai accettato di fare l'arbitro, ma di fare il premier, che è concetto ben diverso" ha detto il premier in merito alla sua presa di posizione sul caso Siri. "Mercoledì mattina in Consiglio dei ministri troveremo una soluzione e si ricomporrà tutto".

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