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Ponte Morandi, antimafia blocca una delle imprese

14 maggio 2019 | 11.50
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La Dia di Genova sta notificando un'interdittiva nei confronti della Tecnodem, ritenuta permeabile ed esposta al pericolo di infiltrazione della criminalità organizzata di stampo mafioso

Immagini di repertorio (Afp)
Immagini di repertorio (Afp)

La Dia di Genova sta notificando un’interdittiva antimafia, emessa dal prefetto, nei confronti dell’impresa Tecnodem S.r.l. Unipersonale con sede a Napoli, impegnata nelle attività connesse alla ricostruzione del ponte Morandi , ritenuta permeabile ed esposta al pericolo di infiltrazione della criminalità organizzata di tipo mafioso. La Tecnodem, che si occupa di demolizione industriale di materiale ferroso, a febbraio scorso è stata inserita tra le ditte sub-appaltatrici per la demolizione e la bonifica degli impianti tecnologici, per una cifra pari a 100mila euro. Il committente è la Fratelli Omini S.p.a..

Amministratrice e socio unico della Tecnodem S.r.l. è Marigliano Consiglia, priva di titoli o esperienze professionali di settore, è consuocera di Ferdinando Varlese, pluripregiudicato 65enne di Napoli e domiciliato a Rapallo, dipendente dell'impresa. Tra le condanne riportate, emerge la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli nel 1986 per associazione a delinquere. Tra i coimputati vi erano soggetti affiliati al clan "Misso-Mazzarella-Sarno", già appartenente all’organizzazione camorristica denominata "Nuova Famiglia", i cui boss di riferimento erano Michele Zaza e suo nipote Ciro Mazzarella.

Altra sentenza rilevante è quella della Corte d’Appello di Napoli del 2006 per estorsione tentata in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto con modalità mafiose, da cui si evincono in maniera circostanziata i legami di Varlese con il sodalizio camorristico "D'Amico", cui risulta legato da rapporti di parentela. Alla luce di tali accertamenti svolti dalla Dia, la Prefettura di Genova ha ritenuto che il complesso degli elementi di permeabilità criminale fosse tale da porre l’impresa in una condizione di potenziale asservimento rispetto alle iniziative della criminalità organizzata di stampo camorristico.

Da parte della struttura commissariale per la demolizione e ricostruzione del viadotto Polcevera di Genova è stato già risolto il contratto con la ditta Tecnodem S.r.l. Unipersonale. La risoluzione del contratto è stata pubblicata sul sito della struttura commissariale. L'Amministratore di Tecnodem S.r.l., da quanto reso noto, è una donna, Consiglia Marigliano, consuocera di Ferdinando Varlese, 65 anni, condannato nel 1986 dalla Corte d'Appello di Napoli per associazione per delinquere e nel 2006 per estorsione tentata in concorso, con l'aggravante di aver commesso il fatto con modalità mafiose. Per questo, ritenendo che l'azienda dati questi elementi si ponga "in una condizione di potenziale asservimento o condizionamento" si è deciso per l'interdittiva.

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