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Falsi incidenti stradali, smascherata banda

15 maggio 2019 | 09.22
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41 misure cautelari a Palermo

Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA)
Immagine d'archivio (FOTOGRAMMA)

Su delega della procura della Repubblica di Palermo i carabinieri hanno eseguito nella notte un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Palermo, richiesta dalla Procura della Repubblica a conclusione di articolate indagini nei confronti di 41 persone, a vario titolo ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alle frodi assicurative, lesioni gravissime, falso, calunnia, autocalunnia, rapina e intercettazione abusiva.

Le indagini - condotte dal Nucleo Investigativo del Gruppo di Monreale – hanno accertato "l'esistenza di un'associazione per delinquere operante nella città di Palermo e nel suo hinterland, dedita alla seriale commissione di frodi ai danni delle assicurazioni mediante simulazione di sinistri stradali con lesioni personali, nonché di numerosi altri gravi delitti contro la persona, il patrimonio, la fede pubblica e l’amministrazione della giustizia".

I servizi di osservazione, le intercettazioni e gli altri strumenti di indagine hanno documentato, quasi quotidianamente, "una serie continua e ininterrotta di frodi in assicurazioni e reati per lesioni personali inferte con particolare crudeltà". In particolare, i reati consumati presupponevano capacità simulatoria della realtà facendo ricorso alla creazione di "complesse messe in scena di falsi sinistri stradali ed alla creazione di documenti falsi, richiedendo lo svolgimento di compiti differenziati (individuazione del candidato cui cagionare le lesioni, individuazione dei mezzi assicurati da fare risultare coinvolti nel sinistro, individuazione del luogo e delle persone da impiegare per causare le lesioni e nella simulazione dei sinistri, gestione delle pratiche di risarcimento con le compagnie assicurative), per cui risultava necessario avere la disponibilità di un congruo numero di persone pienamente consapevoli disponibili a realizzare le frodi".

Per la prima volta in casi simili, il provvedimento cautelare ha colpito anche le vittime compiacenti dei simulati sinistri, i falsi conducenti dei veicoli investitori, i falsi testimoni e i fornitori dei mezzi utilizzati.

Dall’inizio dell’indagine sono emerse le figure di Luca Reina, titolare di una agenzia di pratiche assicurative in via Leonardo da Vinci, e di Salvatore Andrea Cintura, componente della nota omonima famiglia di pregiudicati gravitante nel quartiere cittadino del Cep quali soggetti al vertice dell’organizzazione che si sono avvalsi di una cerchia ristretta di collaboratori: organizzatori e procacciatori di vittime, testimoni e autisti di mezzi da utilizzare per i sinistri, nonché di numerose vittime consenzienti, falsi testimoni ed autisti dei veicoli coinvolti nei falsi sinistri.

Alcuni associati, come anticipato, erano “specializzati” nella ricerca delle potenziali vittime dei falsi sinistri, soggetti cercati in contesti cittadini caratterizzati da degrado e povertà.

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