10 anni di carcere per i ragazzi che la sera della partita Juve-Real provocarono il panico tra la folla con spray al peperoncino
Il Tribunale di Torino ha condannato a oltre 10 anni di carcere i quattro ragazzi di origine maghrebina ritenuti per l’accusa responsabili di aver provocato la sera del 3 giugno 2017, spruzzando spray al peperoncino, l’ondata di panico tra la folla riunita davanti al maxischermo per assistere alla finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. Per i giovani i pubblici ministeri avevano chiesto pene di poco superiori ai 14 anni.
"Mi aspettavo qualcosa di diverso: ha prevalso la tesi della responsabilità oggettiva e questo non è giustizia". Così all'AdnKronos Basilio Foti, avvocato di uno degli imputati, che ha aggiunto: "Nessuno può negare la gravità di quanto successo quella sera in piazza, ma gli atti devono essere volontari e consapevoli per essere valutati in maniera piena perché gli automatismi non fanno mai giustizia".
"In ogni caso, mai come in questa vicenda - ha aggiunto il legale - è necessario aspettare di leggere le motivazioni della sentenza per capire il perché della decisione del giudice - ha concluso -. Poi faremo appello". Nel dettaglio, tre ragazzi sono stati condannati a 10 anni, 4 mesi e 20 giorni; il quarto a 10 anni, 3 mesi e 24 giorni. I giovani erano accusati di omicidio preterintenzionale, lesioni, rapina e furto.
Scelgono il silenzio le famiglie delle due vittime: preferiscono la riservatezza che li ha contraddistinti fin dall'indomani della tragedia i familiari di Erika Pioletti, la 38enne di Domodossola, che quella sera era in piazza con il fidanzato e che morì alcuni giorni dopo in ospedale a causa delle gravi lesioni riportate. E lo stesso fanno i familiari di Marisa Amato, la donna che quella sera mentre passeggiava con il marito nei pressi della piazza venne travolta dalla folla in fuga, restando tetraplegica. Marisa Amato è scomparsa a febbraio di quest'anno.
Unico a commentare, il fratello della donna, Francesco, che sul suo profilo Facebook, condividendo un articolo che riporta la notizia della condanna, scrive: "Tra un anno saranno fuori".