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Sea Watch, "ok ad ancoraggio"

18 maggio 2019 | 14.14
LETTURA: 4 minuti

La denuncia del medico a bordo: "Persone a bordo pensano al suicidio". Salvini: "Porti restano chiusi". Meloni: "Trasbordare passeggeri e affondarla"

Immagine di repertorio (Fotogramma/Ipa)
Immagine di repertorio (Fotogramma/Ipa)

Come apprende l'Adnkronos, è stato autorizzato l'ancoraggio della nave Sea Watch 3 alla fonda di Lampedusa, poco fuori il porto dell'isola. A bordo ci sono 47 migranti che annunciano di volersi togliere la vita. La nave aveva deciso di infrangere la diffida del Viminale e di superare le acque territoriali a circa 12miglia da Lampedusa.

SALVINI - Ribadisce il suo no all'ingresso in acque italiane il ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Abbiamo fatto sbarcare malati e bambini, ma resta il divieto assoluto alla Sea Watch3 di entrare nelle nostre acque territoriali" ribadisce. "Non cambiamo idea: porti chiusi per chi non rispetta le leggi, mette in pericolo delle vite, minaccia. Una Ong, peraltro straniera, non può decidere chi entra in Italia''. Dal palco di Milano, poi, il vicepremier spiega: "Abbiamo fatto scendere neonati e malati, perché mai, mai io dirò a qualcuno voltati dall'altra parte, mentre un bambino rischia la vita. La vita è sacra e quindi bimbi, ustionati e malati da quella nave sono scesi però quella nave fino a che il ministro dell'Interno sono io in un porto italiano non entra".

MELONI - "La Sea Watch pronta a entrare in acque italiane" twitta Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia. "Trasbordare i passeggeri e poi affondare la nave: questo farebbe un governo che intende difendere i propri confini. O anche stavolta la daremo vinta alle Ong?".

GDF VERSO NAVE - Due mezzi della Guardia di Finanza stanno cercando di raggiungere via mare la nave Sea watch 3. Le imbarcazioni, come apprende l'Adnkronos, cercheranno di convincere l'imbarcazione della Ong a non avvicinarsi a Lampedusa. A seguire l'evolversi della situazione è anche il Procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella che ieri ha interrogato l'armatore e il capo missione della nave Mare Jonio che nei giorni scorsi è sbarcata a Lampedusa.

LE MINACCE DI SUICIDIO - Sulla nave la situazione è al limite. Alcune delle 47 persone, rimaste a bordo, a 15 miglia da Lampedusa, dopo che sono stati fatti scendere i bambini con i genitori e i casi più gravi, hanno minacciato il suicidio. A denunciarlo è il medico di bordo, Carolin, come annuncia l'Ong su Twitter. "Siamo molto preoccupati perché alcune delle persone rimaste a bordo di #SeaWatch parlano di suicidio", si legge.

Il medico parla di "una condizione psicologica negativa: si sentono privi di valore, come se a nessuno importasse di loro. Una situazione che, assieme al mal di mare e all'assenza di speranza e prospettive sta rendendo le persone davvero vulnerabili".

"Alcuni di loro dicono di voler auto-infliggere delle ferite o addirittura suicidarsi - denuncia ancora il medico - pur di far finire questa situazione. Dal punto di vista medico la situazione non è affatto buona, stiamo mantenendo un equilibrio molto fragile e precario in questo momento".

Intanto, la nave Mare Jonio di Mediterranea ha lasciato nel tardo pomeriggio, grazie a un permesso della Procura di Agrigento, il porto di Lampedusa e si sta dirigendo al Porto di Licata per poter effettuare cambio equipaggio e rifornimento. La nave è ancora sotto sequestro dopo lo sbarco dei giorni scorsi. "Fuori dal porto l'incrocio con #SeaWatch3 e il saluto tra gli equipaggi", scrive Mare Jonio su Twitter.

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