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Archeologia, risolto l'enigma del Tempio di Baalbek

22 maggio 2019 | 18.47
LETTURA: 3 minuti

L'italiano Giulio Magli, archeoastronomo del PoliMi, rivela che i più grandi megaliti della storia dell’uomo sono stati eretti sotto Erode il Grande

Il tempio di Giove a Baalbek (Foto Politecnico Milano)
Il tempio di Giove a Baalbek (Foto Politecnico Milano)

(di Andreana d'Aquino)

Risolto uno dei maggiori enigmi legati al colossale Tempio di Giove a Baalbek, in Libano, una delle architetture più complesse mai concepite sulla Terra. Si tratta di un tempio famoso in tutto il mondo per le sue dimensioni e la sua architettura megalitica ma numerosi misteri ancora lo avvolgono. Oggi però grazie ad uno studioso italiano, è stato risolto il mistero, uno dei più grandi legati all'antichissimo edificio, che riguarda la posa delle sue fondamenta e la datazione precisa delle fasi di costruzione.

I romani sicuramente eressero le 12 mastodontiche colonne nel 60 d.C. circa, ma chi posò le massicce pietre delle fondamenta? Giulio Magli, professore di Archeoastronomia al Politecnico di Milano, nel suo studio pubblicato nel volume scientifico Archaeoastronomy in the Roman World data anche la fase megalitica agli architetti erodiani, risolvendo così l'enigma delle fondamenta megalitiche del Tempio.

Magli giunge alle sue conclusioni grazie all’archeoastronomia. Nel suo studio, l'archeoastronomo del Politecnico di Milano rileva infatti come "il Tempio di Giove sia orientato verso il levare delle Pleiadi, un gruppo di stelle legato alla fertilità e al rinnovamento nel mondo greco-ellenistico: una scelta di orientamento che sarebbe insolita per un architetto romano".

Magli evidenzia che ci sono "chiare analogie architettoniche con le fondamenta erodiane del Monte del Tempio di Gerusalemme, visibili nel cosiddetto tunnel occidentale e formate da giganteschi blocchi di pietra molto simili a quelli della parte intermedia di Baalbek". "Erode il Grande è una figura storica alquanto controversa. Tuttavia, la sua fama di grande costruttore è indiscussa e sembra proprio che sia possibile attribuire un altro capolavoro - oltre al Monte del Tempio, Masada e Herodion - alla lista delle sue realizzazioni architettoniche" evidenzia l'archeoastronomo.

Lo studioso del Politecnico di Milano spiega che l'edifiicio del Tempio di Giove a Baalbek "consiste in un enorme basamento circondato da un muro ancora più enorme. La progettazione di tale muro è impressionante: esso consiste nella sovrapposizione di blocchi di pietra sempre più grandi man mano che si sale. Giganteschi megaliti (di circa 500 tonnellate ciascuno) sostengono la parte superiore, costituita da blocchi ancora più incredibili (circa 4x4x20 metri e 1000 tonnellate). Altri enormi blocchi di pietra sono stati inoltre rinvenuti in una cava a poche centinaia di metri a sud-est".

Il Politecnico di Milano ricorda che alcuni anni fa Andreas J. M. Kropp e Daniel Lohmann ipotizzarono che il basamento interno fosse stato inizialmente concepito e parzialmente costruito da Erode il Grande nel 15 a.C. circa. L’area, "non era sotto il diretto controllo di Erode, ma quest’ultimo era un amico dei romani che fondarono la colonia Berytus (Beirut) proprio in quegli anni", tuttavia, Kropp e Lohmann "non sciolsero il mistero" delle fondamenta megalitiche del Tempio. Un enigma, annuncia il PoliMi, risolto adesso dall'italiano Giulio Magli.

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