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Minori: task force Europol, identificate 3 vittime abusi tra Europa, Usa e Russia

27 maggio 2019 | 13.51
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Minori: task force Europol, identificate 3 vittime abusi tra Europa, Usa e Russia

Il Quartier Generale di Europol, a L’Aja, ha ospitato dal 13 al 24 maggio la Task Force deputata all’Identificazione dei minori vittime di sfruttamento e abuso sessuale (Victim Identification Task Force – Vidtf), istituita in seno al Centro Europeo per il Crimine Informatico di Europol (European Cybercrime Centre - EC3). Grazie al lavoro della Task Force, composta da 34 esperti provenienti da 24 Paesi, tra cui l’Italia, nell’arco di 12 giorni sono state identificate con certezza 3 vittime, rispettivamente, in Europa, negli Stati Uniti e in Russia. È in corso un’ulteriore indagine, finalizzata all’individuazione di un’altra vittima in Europa e del responsabile del reato.

L’attività di identificazione è stata svolta congiuntamente dal gruppo di esperti e dagli specialisti e analisti di Europol, utilizzando tecniche avanzate, software speciali e mettendo in pratica le approfondite conoscenze e le competenze in materia. Sono così stati esaminati milioni di immagini e video. Le forze di polizia dei Paesi di provenienza delle vittime stanno attualmente lavorando per intercettare i minori identificati e salvarli da ulteriori conseguenze. I files esaminati sono quindi stati inseriti nel database di Interpol denominato International Child Sexual Exploitation Database (Icse), che consente agli investigatori di tutto il mondo, autorizzati ad accedervi, di contribuire all’identificazione dei minori vittime di abuso.

Secondo quanto riferito da Steven Wilson, Direttore dell’European Cybercrime Centre presso l’Europol, "nelle ultime due settimane qui all’Europol, nell’ambito della Vidtf 6, abbiamo lavorato a stretto contatto con investigatori specializzati nel contrasto agli abusi in danno di minori, appartenenti alle forze di polizia nostri partner internazionali, per localizzare i minori vittime di abusi sessuali in ogni parte del mondo, e accertarne l’identità. Gli sforzi congiunti di questa squadra di investigatori possono fare una grande differenza per la vita di questi minori, fornendo informazioni ai colleghi delle forze dell’ordine in determinati Paesi e consentendo di avviare indagini e infine di liberare questi bambini e adolescenti, salvandoli così dagli abusi”.

Gli esperti del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (Cncpo), incardinato presso il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, da anni partecipano alla task force in argomento. Con una capillare attività di monitoraggio del web volto all’individuazione di siti con contenuti pedopornografici, il Centro aggiorna costantemente una black list per poi trasmetterla agli Internet Service Provider per l’applicazione di filtri atti a impedire la fruizione dei contenuti illeciti da parte di utenti italiani.

Il Centro contrasta anche il commercio di questo materiale, avvalendosi del sostegno delle banche e delle aziende di credito, con la mediazione della Banca d’Italia. Inoltre, si avvale di innovative metodologie investigative che, impiegando le più sofisticate tecniche sotto copertura, mirano a vanificare i sistemi di anonimizzazione per identificare soggetti coinvolti nelle attività criminali, anche nel deep web e, in particolare, nelle dark net.

Dal gennaio 2018 al mese di aprile 2019, sono state eseguite 570 perquisizioni su tutto il territorio nazionale, che hanno consentito di indagare 768 persone (52 arrestati e 716 denunciati) per reati attinenti alla pedopornografia online. Dall’attività di prevenzione, è scaturita una costante attività di monitoraggio della rete, che ha visto coinvolti 51.011 siti internet, di cui 2.218 inseriti in black list.

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