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Pari Opportunità: 'Donne, Media e Sport', manifesto per una diversa informazione

28 maggio 2019 | 21.08
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Pari Opportunità: 'Donne, Media e Sport', manifesto per una diversa informazione

di Rossella Guadagnini

L'ultimo caso è quello dell'arbitra, insultata dai familiari dei giocatori e dal gesto sessista di un calciatore quattordicenne, che si è calato i calzoncini in campo. Nel mirino della mala educazione e delle offese è finita stavolta Giulia Nicastro, 22enne con una quarantina di partite alle spalle. Le donne dello sport continuano a venire pagate meno, insultate da 'tifosi', genitori e ragazzini, raccontate poco, definite con terminologia maschile, fotografate soprattutto dal lato 'b'.

È stato presentato oggi a Roma, nella sede della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il documento "Media, Donne, Sport: idee guida per una diversa informazione", nato da un’idea di Uisp e Giulia Giornaliste per sostenere atlete e donne del mondo dello sport nella lotta contro le discriminazioni. Al manifesto hanno aderito il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, l'Ordine dei giornalisti del Lazio, la Fnsi, la Commissione Pari Opportunità della Fnsi, l'Ucsi-Unione cattolica della stampa italiana, Usigrai, Commissione Pari Opportunità Usigrai, Ussi-Unione stampa sportiva italiana, Aic-Associazione italiana calciatori, Gender interuniversity observatory, Assist-Associazione nazionale atlete.

"Il mondo dello sport non è 'amico delle donne' -si legge nel manifesto-oltre alla grave e intollerabile discriminazione economica tra atlete e atleti, alla scarsa presenza delle donne nelle strutture dirigenti delle diverse discipline, alla insufficiente promozione dello sport femminile, c’è una modesta, inadeguata e spesso stereotipata rappresentazione degli sport femminili sui media".

Nel 2017 la quota delle atlete è arrivata al 28,2% sostiene il Coni

Secondo il Coni, lo sport italiano è ancora di forte impronta maschile, "sebbene l’incidenza delle atlete negli ultimi anni stia gradualmente aumentando, le donne sono sottorappresentate negli organi decisionali delle istituzioni sportive, a livello locale, nazionale ed europeo". Nel 2017 la quota delle atlete ha raggiunto il suo massimo storico con il 28,2% contro il 71,8% degli atleti maschi, su 4,7 milioni di tesserati complessivi.

Anche nel settore dello sport l'informazione gioca un ruolo fondamentale per promuovere l’attività femminile e le sue eccellenze, contro gli stereotipi. La Carta dei Diritti delle donne nello Sport, risalente al 1985, ha coinvolto atlete, giornaliste, allenatrici, donne impegnate nella politica e nelle istituzioni, iniziando a porre la questione di una corretta rappresentazione delle presenze femminili nello sport. Del 1987 invece è la risoluzione Europea sull’immagine pubblica "delle donne impegnate nello sport che deriva ampiamente dai mezzi di comunicazione": un concetto poi ripreso e sviluppato dal "Progetto Europeo Olympia".

Per un racconto giornalistico attento, corretto e consapevole" è necessario superare pregiudizi, attenendosi a poche regole di buon giornalismo. In primo luogo informare sulle discipline sportive femminili con competenza di merito: scrivere delle atlete nello stesso modo in cui si scrive degli atleti. Quindi evitare di soffermarsi su aspetto fisico, look o relazioni sentimentali, non più almeno di quanto si scriva dell’aspetto tecnico, delle prestazioni, dell’impegno. Nelle immagini non focalizzarsi su singole parti del corpo in modo ammiccante.

Poche norme chiare di buon giornalismo

Occorre inoltre dare alle discipline sportive femminili visibilità al pari di quelle maschili in termini di spazi e, a partire dalla programmazione pubblica tv e radio, di collocazione oraria. Impegnare gli editori a coinvolgere più giornaliste e commentatrici nelle redazioni sportive. Declinare al femminile funzioni e cariche: ad esempio l’arbitra, la dirigente, la coach, l’allenatrice. Evidenziare le discriminazioni e differenze di genere nello sport riguardo ai compensi sportivi, il valore dei premi e dei benefit, le tutele per le atlete (nonostante sia stato istituito il fondo maternità con la legge Finanziaria 2018), la scarsa rappresentanza nelle dirigenze.

Il documento è stato presentato da Mara Cinquepalmi e Manuela Claysset (in rappresentanza del gruppo di lavoro che ha curato il testo); Marina Cosi, presidente Giulia giornaliste; Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp; Laura Moschini, Gender Interuniversity Observatory; Valentina Casaroli, calciatrice serie A e portiera As Roma.

Sono intervenuti all'incontro Carlo Verna, presidente Ordine dei Giornalisti-Consiglio Nazionale; Paola Spadari, presidente Ordine dei Giornalisti Lazio; Vittorio Di Trapani, segretario generale aggiunto Fnsi e segretario nazionale Usigrai; Maurizio Di Schino, Ucsi; Fabio Appetiti, responsabile relazioni istituzionali Aic-Assocalciatori. Hanno coordinato i lavori Silvia Garambois e Ivano Maiorella, giornalisti.

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