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Scoperti furbetti reddito cittadinanza, denunciati coniugi

30 maggio 2019 | 13.25
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Ennesimo caso a Palermo. La moglie aveva già incassato oltre mille euro, ma il marito lavorava come pasticcere in nero

Immagine di repertorio(Fotogramma)
Immagine di repertorio(Fotogramma)

La moglie aveva già incassato oltre mille euro di reddito di cittadinanza, ma il marito lavorava in nero in un bar. A scoprirlo sono stati i carabinieri della Stazione di Acqua dei Corsari a Palermo insieme ai militari del nucleo Ispettorato del lavoro. Nei guai è finita una coppia di coniugi palermitani, lui di 35 anni e lei di 30, per i quali è scattata la denuncia in stato di libertà. Dalle indagini, infatti, è emerso che alla donna erano già stati corrisposti 1.050 euro ma il marito è stato sorpreso dai militari intento a lavorare come pasticcere all’interno del laboratorio di un bar nel quartiere Oreto. La carta acquisti è stata sequestrata.

Si tratta dell'ennesimo caso di furbetti del reddito di cittadinanza scoperti nel Palermitano. Nelle scorse settimane, sempre i carabinieri, avevano scovato un uomo di 52 anni intento a eseguire lavori di ristrutturazione in un appartamento. Muratore in nero ma con in tasca già 300 euro di reddito di cittadinanza, una prima tranche degli oltre mille che a breve gli sarebbero stati corrisposti. Nelle settimane precedenti un'altra coppia era stata denunciata nelle Madonie. In quel caso durante l'ispezione in un cantiere edile privato era stato scovato un lavoratore irregolare. I controlli, però, avevano fatto emergere come la moglie dell'uomo avesse presentato la domanda, accolta ma con pagamento ancora non eseguito, per il reddito di cittadinanza per l'intero nucleo familiare.

Nei guai è finito anche il titolare della pasticceria. Nei locali, infatti, i militari hanno scovato altri tre lavoratori in nero e per l'uomo sono scattate sanzioni e ammende per un totale di 112mila euro. I carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni di Palermo, infine, hanno accertato la detenzione, la lavorazione di alimenti in cattivo stato di conservazione nonché carenze igienico-sanitarie e la mancanza del piano di autocontrollo elevando. Il laboratorio è stato sottoposto a sequestro giudiziario e sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di 2.000 euro.

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