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Maturità, i consigli di Missiroli: ''Il tema? Create una storia'

17 giugno 2019 | 18.42
LETTURA: 3 minuti

Lo scrittore vincitore del Premio Strega Giovani: ''Non pensate solo alle nozioni, rivoluzionate la parte intima di voi stessi''

Marco Missiroli (Fotogramma /Ipa)
Marco Missiroli (Fotogramma /Ipa)

di Giorgia Sodaro
"Uno dei consigli che do agli studenti che devono affrontare il tema della maturità è quello di scegliersi una storia, non pensare solamente alle nozioni e alle informazioni che devono riversare all’interno del testo". Marco Missiroli, scrittore riminese con all'attivo sei romanzi e tre racconti, ha vinto, giusto una settimana fa, il Premio Strega Giovani , votato per il suo 'Fedeltà' proprio da lettori tra i 16 e i 18 anni. Giovani come quelli che dopodomani dovranno cimentarsi con la soffertissima prima prova della Maturità: il tema di Italiano.

Agli studenti lo scrittore suggerisce appunto "di creare una storia che a loro interessa all'interno del testo, con delle emozioni e anche un po’ di esperienza personale, quindi 'di prima persona singolare'", tutti elementi che li aiuteranno "a far digerire un testo che altrimenti sarebbe freddo". "Insomma - dice all'Adnkronos - i maturandi devono un po’ divertirsi".

Missiroli, 38 anni, racconta di "aver avuto un periodo di grande malinconia" proprio prima della maturità. "Il tema che uscì - aggiunge - fu quello del male di vivere o una cosa del genere. Ricordo di aver fatto un sorriso incredibile perché avevo patito fino ad allora per pene amorose, esistenziali e adolescenziali, e - incredibile - il compito si sposò perfettamente con lo stato d'animo che avevo in quel momento".

"Scrissi un tema che partiva dall’Urlo di Munch, e passava per molti autori, però soprattuto attraverso i sentimenti che avevo in me stesso in quel momento - spiega - Quindi fui fortunato ma riuscii anche a riversare quello che stavo provando con una classicità, che il tema richiedeva".

"Ecco quello lì fu veramente qualcosa di fortunoso e importante", dice Missiroli, però "ci deve essere un po’ di noi stessi all’interno di un testo che altrimenti sarebbe fuori e sarebbe quasi apatico. Questo è importante. Rivoluzioniamo un po' la parte intima di noi stessi - conclude lo scrittore - in un momento che ci vede poco intimi".

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